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  • Migranti, Saverio La Gamba (Sprar): “La Chiesa non ci ha aiutato”

    Progetto Sprar, il responsabile di Agnone, Saverio La Gamba a margine degli ultimi migranti arrivati in città, invia una missiva agli organi di stampa dove spiega le finalità del progetto e le attività svolte e da svolgere nei prossimi mesi. Un lungo lavoro di preparazione e quotidiano non facile che vede coinvolte numerose figure professionali quasi tutte captate sul territorio altomolisano. Si tratta di uno sforzo non indifferente che comunque ha trovato pronta la cittadina di Agnone, che ancora una volta, ha mostrato grande accoglienza.  Unica nota stonata la mancanza di collaborazione da parte della Chiesa. Un punto rimarcato dal responsabile dello Sprar di Agnone. 

    Ieri 14 ottobre il progetto SPRAR è arrivato al suo completamento numerico,sono presenti 49 profughi dislocati in 9 abitazioni. Il 12 ottobre Miriam, un ‘ospite del Centro , ha dato alla luce Aisosa Sarah una bellissima bambina. A questo punto,un primo bilancio è doveroso farlo. Per quanto riguarda gli ospiti, pur con le loro diversità culturali e caratteriali, stanno dimostrando spirito collaborativo e riconoscimento per la condizione che il progetto stesso sta offrendo loro. Il loro comportamento nei confronti delle persone e dei luoghi che occupano è sicuramente rispettoso, a parte qualche intemperanza di troppo da parte di una esuberante giovane coppia con un bambino che comunque stiamo riportando alla normalità con l’aiuto dell’assistente sociale, della psicologa e con il monitoraggio da parte dei Carabinieri, sempre disponibili e attenti a queste situazioni. Lo staff che sta seguendo il progetto, sta diventando sempre più esperto e competente nelle svariate situazioni che di volta in volta si presentano, costituendo un vero punto di riferimento per i beneficiari. Ogni figura non professionale (e ne sono sei) si sta specializzando in una branca del progetto, che va dalla gestione della banca dati direttamente col Servizio Centrale, alla manutenzione delle abitazioni o alla gestione di tutti quei doni (specialmente vestiario) che tantissimi cittadini e associazioni hanno voluto elargire a queste persone sfortunate. Le figure professionali (l’informatrice legale, la psicologa, il  mediatore culturale, l’educatrice, l’insegnante di italiano, le assistenti sociali), stanno instaurando con gli ospiti quel rapporto di fiducia che permette loro di esplicare al meglio la loro funzione. Lo scopo è quello di creare una famiglia dove ci sono delle persone più esperte che insegnano a quelle che lo sono meno,  a comportarsi in maniera adeguata e a conoscere tutti i propri doveri e i propri diritti. Le due cuoche cercano di soddisfare,  per quanto possibile,  le esigenze di tutti gli ospiti ( a volte basta una pasta aglio, olio, e peperoncino per mettere d ‘accordo tutti). Facendo due conti sono 16 le persone che circuitano intorno a questo progetto e ne traggono un reddito. Nove abitazioni affittate, quello che può servire a delle persone che vivono in Agnone, dallo zainetto per la scuola , ai prodotti per l’igiene, alle ricariche telefoniche, al materiale elettrico etc.etc. Tutti soldi che arrivano da fuori e rimangono in Agnone. Per quanto riguarda la vita sociale, abbiamo 6 bambini che frequentano la scuola, 3 bimbi di pochi mesi 1 appena nato e 1 in arrivo; molti dei nostri ospiti sono Cristiani e partecipano alle funzioni religiose, i rimanenti sono Musulmani; posso affermare che questa interreligiosità non ha suscitato alcun problema tra di noi:abbiamo imparato a rispettare tutti e gli altri ci rispettano.

    Certo, qualche punto dolente c’è. L’intolleranza , a volte ingiustificabile, perché prevenuta, da parte di qualche condominio, non fa certo onore alla nostra cittadina, una esterofobia latente mascherata dalla recriminazione che non è giusto mantenere queste persone a “nostre” spese; forse ci si dimentica che l’Italia è (nonostante tutto) un Paese ricco anche perché il Suo grado di civiltà  è accreditato da accordi quali “ La Convenzione di Ginevra” o il “ Patto di Dublino”. Io penso comunque che a parte gli accordi internazionali, ci troviamo difronte ad un esodo inarrestabile che abbiamo il dovere di governare e, perché no, volgerlo a nostro favore. Un altro punto debole del nostro progetto è sicuramente la collocazione logistica della sede centrale. Beh, partire dalle Civitelle o da via Saulino due volte al giorno e con dei bambini piccoli per arrivare a Santa Chiara (al vecchio asilo) , non è certo il massimo; stiamo cercando di ovviare anche a questo inconveniente , ma vi assicuro che non è facile gestire tutte queste persone in un locale non idoneo. Dobbiamo ringraziare comunque l’amministrazione comunale che ce lo ha messo a disposizione. Tutto sarebbe stato più semplice e lineare se ci fosse stata una, sempre auspicabile, collaborazione con la Chiesa locale che, con le migliaia di mq di pertinenze a disposizione delle chiese, alcune delle quali costruite con soldi pubblici e mai inaugurate, avrebbe potuto sostenere un progetto, che in altri posti (vedi Termoli) è gestito direttamente dalla Caritas,  con lo spirito e l’impegno che in altre occasioni profonde per le problematiche della nostra cittadina. Si sarebbe potuto operare in maniera virtuosa e sicuramente in linea con la volontà di Papa Francesco e non appellarsi a pericolose “ problematiche di promisquità” per giustificare un diniego di concessione di determinate strutture. Mi sovvengono dei riferimenti evangelici: “ …perchè per loro non vi fu posto in Betlemme…” , oppure , “…sepolcri imbiancati…” o anche altri passi un po’ più forti che tralascio per un profondo e innato rispetto. Ciò che più mi amareggia, è che alcune famiglie presenti nel progetto, sono dovute fuggire dalla loro vita quotidiana fatta,a volte, di situazioni di benessere, solo perché si sono convertite al Cristianesimo.

    Dal prossimo mese inizieremo la seconda parte del progetto. Dopo l’accoglienza e il primo impatto reciproco, adesso bisognerà iniziare a lavorare per rendere cittadini queste persone che comunque sono tra noi. L’aiuto di noi tutti, dovrà essere volto alla loro autonomia sul territorio e per questo chiedo la collaborazione di tutti quelli che credono che  questo percorso sia una risorsa per l’economia globale del nostro paese  e mi permetto di chiedere anche una maggiore tolleranza da parte di coloro che non ci credono (non si sa mai)!

    IL  MONDO  AL  CENTRO  DI  AGNONE: TOGO , MALI , NIGERIA , GAMBIA , GHANA , SOMALIA , BANGLADESH , PAKISTAN , AFGHANISTAN , IRAQ , IRAN sono le nazionalità presenti ad oggi nel progetto SPRAR di Agnone.

     

     

     

     

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