«Vanno garantiti e assicurati i diritti e la dignità di chi vive nei centri montani. Solo così la montagna non sarà più un problema, ma potrà diventare una risorsa e una opportunità per l’intero Paese». Con queste parole il sindaco di Capracotta, Candido Paglione, ha aperto questa mattina i lavori di “MontagnAperta“, la tre giorni dedicata alle aree interne e alle strategie per combattere lo spopolamento dell’entroterra montano.
«Partire da Capracotta, da questa tre giorni di studi e di approfondimento, per scrivere un “manifesto” nazionale per un nuovo umanesimo dei paesi», questo il progetto nella mente e nel cuore di Candido Paglione. Secondo il sindaco del “tetto” dell’Alto Molise bisogna «uscire dall’approccio retorico sulle aree interne, paternalistico e assistenziale»; «basta chiacchiere, ora, adesso è il momento di fare i fatti» ha ribadito Paglione alla presenza del vice presidente e assessore regionale Cotugno.
Fiscalità di vantaggio per chi vive in montagna tutto l’anno, ad esempio, perché «rappresenta una clamorosa ingiustizia trattare allo stesso modo territori e condizioni assolutamente diversi». Applicare, quindi, la legge sulla montagna, che prevede appunto costi energetici differenti in base alle altitudini e alla fascia climatica dei vari Comuni. «Una legge che in Molise c’è, ma che non viene finanziata e dunque resta inapplicata» ha precisato Paglione. E ancora, autonomia della gestione della risorsa idrica e produrre bandi regionali o nazionali “tarati” sulle reali esigenze dei territori montani.
Queste, in sintesi, le richieste di Paglione, alle quali si è associata la presidente dell’Unimont – Università della Montagna di Edolo, Anna Giorgi, in video conferenza: «Bisogna uscire dalla logica che prevede investimenti in base al numero dei residenti. Questo è da ragionieri, non da politici o amministratori. La montagna è la principale risorsa di acqua potabile, rappresenta il “polmone” verde della nazione e custodisce un patrimonio di biodiversità. Basta, allora, considerare la montagna come un territorio marginale, una palla al piede per lo Stato. Ma servono investimenti diretti e mirati, scritti insieme a chi vive in montagna».
Ospite d’eccezione il presidente nazionale dell’Uncem, Marco Bussone: «Un reddito di cittadinanza per chi vive in montagna? Non è quella la strada per uscire dalla marginalità. Serve un cambio di passo nelle politiche dell’autonomia differenziata e ogni decisione politica va presa ascoltando chi vive in montagna, altrimenti si partoriscono sciocchezze come quella di alcuni bandi del Pnrr e degli indici di vulnerabilità che penalizzano, ad esempio, e mi pare un evidente paradosso, realtà come Capracotta».
Tra gli strumenti da utilizzare per rilanciare l’economia montana sicuramente i prodotti legati alle produzioni agricole e naturali. Hanno approfondito questi aspetti la portavoce di Slow food Abruzzo e Molise e docente dell’Università di Teramo, Rita Salvatore e Giampaolo Colavita, docente Unimol, che sta lavorando ad un vero e proprio “laboratorio della sostenibilità ambientale“. Il cibo buono, quello giusto, il non omologato e addirittura il più salutare viene prodotto proprio in montagna, grazie alla famosa filiera corta, hanno evidenziato e dimostrato, dati scientifici alla mano, i due studiosi.
Al termine dei lavori l’intervento del consigliere regionale Andrea Greco: «Non vogliamo “resistere” nei centri montani, sia chiaro, noi vogliamo esattamente vivere qui, per scelta, ma ci servono garantiti i diritti basilari. Il diritto di abitare la montagna viene messo in discussione e spesso negato proprio dalla carenza dei servizi essenziali e, in questa fase in particolare, dalla povertà energetica. Questi problemi si risolvono con leggi dedicate alla montagna, altre vie, a mio parere, non ce ne sono».
La giornata si è chiusa con la consegna agli ospiti, da parte del sindaco Paglione, di alcune palline decorative per l’albero di Natale realizzate da artigiani del posto.