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  • No all’Aberghiero di Venafro, ostello, viabilità e trasporti: il manifesto dei docenti di Agnone  

     

    AGNONE. Una seria e diligente programmazione scolastica che possa porre le premesse per il rilancio sociale, demografico ed economico delle aree interne. E’ l’estrema sintesi del documento di quattro pagine sottoscritto da una sessantina di docenti dell’istituto omnicomprensivo “Giuseppe Nicola D’Agnillo” e consegnato al presidente della Provincia di Isernia, Alfredo Ricci, nonché inoltrato all’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Baggio, al direttore dell’ufficio scolastico regionale, Anna Paola Sabatini, ai consiglieri provinciali e regionali. “Affinché si possa raggiungere una pianificazione capace di rilanciare l’offerta scolastica dell’alto Molise – scrivono i docenti – è necessaria una ferma volontà politica e decisionale che punti al superamento delle criticità e non certamente al loro acuirsi”. A riguardo dito puntato sull’ipotesi di istituire un nuovo indirizzo Alberghiero sul territorio provinciale. “Creerebbe un’inutile e devastante guerra tra poveri – sottolineano -. L’istituto proposto, tra l’altro, verrebbe ad essere istituito in un territorio (il Venafrano) che, per precedenti scelte di programmazione economica, è stato individuato quale beneficiario di interventi finalizzati ad uno sviluppo di tipo industriale e non certamente turistico. Al contrario l’area altomolisana, proprio per la sua ricca tradizione culturale, artistica ed enogastronomica oltre alla bellezza di un patrimonio naturale ancora intatto e alle tipiche produzioni agro alimentari che ne hanno determinato l’alta vocazione turistica, è stato scelto, non a caso, quale sede dell’unico Istituto Alberghiero nella provincia di Isernia. Istituto che, tra mille difficoltà, pastoie burocratiche, spesso pretestuose, rinvii e rimbalzi di responsabilità – denunciano – continua a ‘sfornare’ professionalità e aspetta con ansia l’ultimazione dei laboratori a garanzia del diritto all’istruzione”. Comparto scolastico locale, che con i sui tre istituti superiori (Itis, Alberghiero e Scientifico) rappresenta una fonte di economia e occupazione. Per queste ragioni i docenti ammettono: “L’esistenza delle nostre scuole, indispensabili per lo sviluppo del territorio altomolisano, risultano oggi di vitale importanza per la sopravvivenza stessa di questa comunità, privata già di un diritto costituzionalmente garantito come quello alla salute”. A ciò bisogna aggiungere come “l’efficienza educativa e formativa  delle nostre scuole trovano pieno riscontro nei successi universitari dei nostri studenti e nel loro rapido inserimento nel mondo del lavoro. Da non sottovalutare le numerose assunzioni dei nostri neo diplomati presso imprese operanti nel territorio della Val di Sangro e l’apertura di strutture ricettive e di ristorazione in loco”. A finire sul tavolo della futura programmazione chiesta la “manutenzione della rete viaria che attualmente ci costringe ad un netto e inesorabile isolamento come la ormai non più prorogabile destinazione dell’Hotel Palazzo della Città a supporto dell’Istituto Alberghiero a sede per gli alunni provenienti dai comuni limitrofi che continuano a frequentare le nostre scuole affrontando tutti i disagi di una pendolarità ed aggravati dalle vicende relative al dissesto delle vie di comunicazioni e ad una politica dei trasporti inadeguata alle esigenze degli utenti. Note infatti le problematiche, ancora irrisolte e rimbalzate anche su scala nazionale, riguardanti il viadotto Sente che hanno condizionato pesantemente i collegamenti con l’Abruzzo e conseguentemente ridotto il numero, nel recente passato consistente, di alunni iscritti ai nostri istituti e provenienti dall’alto Vastese. Contestualmente si rende improrogabile il ripristino dei collegamenti con alcuni comuni fra i quali Bagnoli del Trigno e Civitanova del Sannio”. Ai destinatari del documento, i firmatari chiedono di “volere attentamente valutare queste considerazioni a cui ci aspettiamo seguano, con immediatezza e tempestività, tutti i provvedimenti atti a ridare dignità ad una collettività che si sente motivatamente abbandonata e defraudata, giorno per giorni, dei più elementari diritti di cittadinanza”.

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