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  • Ortopedico trasferito, associazione ‘Tradizioni e Sviluppo’: “Atto illegittimo”

    AGNONE. L’associazione “Tradizioni e Sviluppo per Agnone”, composta da imprenditori e professionisti del territorio alto molisano, interviene sul caso del trasferimento dell’unico ortopedico in servizio all’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’. Lo fa tramite una nota stampa, che riportiamo integralmente, in cui sostiene di voler intraprendere qualsiasi strada per tutelare gli interessi della collettività. 

    La notizia sulla sospensione delle attività di ortopedia nell’ospedale San Francesco Caracciolo dalla prossima settimana ha creato grande preoccupazione ad Agnone. Il provvedimento del primario della Uoc di ortopedia di Isernia, Venafro e Agnone, Enzo Bianchi, che ha chiesto il trasferimento dell’unico ortopedico  dell’ospedale agnonese  – Daniele Cerimele (in foto) – al Veneziale di Isernia e/o al S.S. Rosario di Venafro, è sicuramente dovuto alle difficoltà relative alla carenza di organico e alla necessità di una riorganizzazione.

    Tuttavia, il suddetto provvedimento non tiene conto dei disagi che la mancanza di attività essenziali come quelle dell’ambito ortopedico possa creare in un territorio come quello alto molisano.

    L’assenza di un medico del settore comporterebbe gravi ripercussioni per la popolazione dell’area che è costituita per la maggior parte da persone anziane, facilmente soggette a fratture e problemi di tipo ortopedico e che hanno difficoltà a raggiungere Isernia e/o Venafro anche per le sole visite ortopediche.

    Peraltro, il provvedimento del primario della Uoc di ortopedia di Isernia, Venafro e Agnone, Enzo Bianchi è in contrasto persino con l’attività del pronto soccorso dell’Ospedale di Agnone, visto che gli interventi riguardano soprattutto traumi e contusioni provocati da cadute o incidenti.

    L’associazione Tradizioni e Sviluppo di Agnone, quindi, manifesta il proprio disappunto per ogni e qualsiasi iniziativa che possa ledere arbitrariamente i diritti e gli interessi della popolazione locale e delle zone limitrofe e si riserva di intraprendere, anche in collaborazione con altri soggetti interessati, qualsiasi azione necessaria per la tutela e per la garanzia dei servizi essenziali per il territorio, tra cui quello sanitario, che è un bene di interesse pubblico e meritevole di tutela anche al fine di arginare lo spopolamento e l’impoverimento del territorio stesso.

     

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