AGNONE. Un accorato appello a rivedere e rivalutare le decisioni che la Regione Molise porterà al tavolo Massicci (slittato al 25 giugno, ndr) in merito alla riorganizzazione dell’ospedale San Francesco Caracciolo. E’ quello che il sindaco di Agnone, Michele Carosella (nella foto) tramite una lettera fa al presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura. Tra i destinatari della missiva anche l’assessore, Michele Petraroia e il sub commissario per il piano di riordino sanitario, Nicola Rosato.
Ecco il testo integrale della lettera vergata da Michele Carosella.
In vista della riunione del Consiglio Regionale e delle decisioni del cosiddetto Tavolo Massicci del 18 giugno p.v., dopo aver ascoltato, in merito al Piano Operativo di recente pubblicato, gli amministratori locali, le associazioni di base e una delegazione dei medici del Caracciolo, nella mia qualità di Sindaco di Agnone, ho il dovere di segnalare quanto segue:
Un ospedale di area disagiata, chiamato a servire le popolazioni di una vasta zona interna di montagna posta a cavallo di due regioni, deve operare in condizioni di assoluta chiarezza e sicurezza. Se al Caracciolo si assegna il ruolo di vero ospedale, bisogna metterlo nella condizione di erogare i servizi secondo gli standard qualitativi previsti dalla normativa. Pertanto:
Il servizio di emergenza/urgenza va organizzato con le richieste professionalità e assicurando turnazioni con copertura h24;
Un presidio che contempla posti per acuti non può che avere, per quanto riguarda le Analisi di Laboratorio, un servizio che sia adeguato allo scopo, e non solo un punto-prelievo per le situazioni di emergenza/urgenza;
Condizioni similari valgono per Radiologia, tenuto conto che l’assenza – de facto – di una tecnologia per la trasmissione di immagini chiare e articolate al centro hub o spoke di riferimento non consente, allo stato, il superamento della radiologia tradizionale;
Non si comprende, nel concreto, l’esatta articolazione e organizzazione della piccola chirurgia in day-surgery o week-surgery all’interno del Presidio di zona montana;
Non è più rinviabile il problema di nuovi investimenti per l’ammodernamento del parco tecnologico – si pensi ad attrezzature/apparecchiature/macchine (es TAC) – al fine di consentire l’erogazione di prestazioni sanitarie degne di tal nome;
Al di là delle tante rassicurazioni ricevute in decine di assemblee, incontri e quant’altro, è necessario un chiarimento di fondo sui punti appena evidenziati.
La preoccupazione della nostra Comunità è che venga effettuata la sostanziale chiusura del Caracciolo senza che essa sia decretata ufficialmente, e proprio nel momento in cui le linee-guida della programmazione europea 2014/20 pongono una particolare attenzione alle aree interne e alla necessità che esse risorgano a nuova vita partendo dalla presenza in loco dei servizi essenziali (sanità/istruzione/trasporti).
A chi scrive non piacciono le demagogie, i populismi, i campanilismi irragionevoli sparsi in ogni angolo quando si discute della riorganizzazione della Sanità nel Molise.
I conti debbono essere riportati in pareggio, e ognuno è chiamato per questo a fare la sua parte. Va dato atto alla Comunità altomolisana di non aver mai chiesto la luna, ma solo che venga preservato un piccolo ospedale di montagna, inserito nella rete ospedaliera regionale, che non grava più di tanto sul bilancio complessivo del comparto, e che potrebbe rappresentare, in prospettiva, il fiore all’occhiello di una sanità risanata e armonicamente rappresentata nel territorio.
Quelle appena elencate sono le nostre ragioni. Il sottoscritto Sindaco chiede che vengano ascoltate e recepite con l’attenzione e il senso di responsabilità che la situazione richiede. Diversamente, noi di quassù saremo chiamati a far valere i nostri diritti nelle sedi e nelle forme che riterremo più opportune.