Approda questa mattina, in Consiglio regionale, la mozione a firma dei consiglieri Greco, Primiani, Salvatore, Gravina, Fanelli e Facciolla, avente ad oggetto “Proposta di rilancio e valorizzazione dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone quale presidio di area particolarmente disagiata, attraverso l’inserimento nella rete formativa Unimol, il rafforzamento dell’offerta sanitaria e la tutela dei servizi esistenti“.

Certo da quando la mozione è stata ideata a messa nero su bianco, per iniziativa di Andrea Greco, la macchina burocratica della struttura commissariale bicefala è andata avanti e ha decretato il quasi inappellabile declassamento dell’ospedale cittadino, ma il passaggio odierno in Consiglio regionale rappresenta l’ultima chance per porre argine a quello che sarebbe intuibilmente un colpo mortale infermo alla struttura sanitaria di confine.

«Dentro la bozza del Piano operativo sanitario, – commenta al riguardo Andrea Greco – si consuma un film che avevo previsto parola per parola: l’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone viene declassato, non sarà più presidio di area disagiata, ma un semplice presidio territoriale. Un passo indietro enorme, che toglie dignità e servizi a un intero territorio».

L’ideona dei commissari Bonamico e Di Giacomo, infatti, è quella di retrocedere l’ospedale di Agnone a struttura a gestione infermieristica, il tutto per risparmiare quattro spicci, appena due milioni di euro, come ha sottolineato lo stesso sindaco Saia nei giorni scorsi. «Ridurre il “Caracciolo” al lumicino per due milioni di euro di risparmio, che nel conto della spesa sanitaria regionale sono davvero una briciola. – ha infatti denunciato il primo cittadino di Agnone – Può la salute dei cittadini dell’Alto Molise valere due milioni di euro? Per me non ha senso, perché la salute non ha prezzo».

Tra l’altro quel risparmio ipotizzato dai commissari è spalmato su due anni. Il paradosso è che lo stipendio o l’indennità degli stessi Bonamico e Di Giacomo, nominati dal Governo centrale e in carica dal 2023, pagata dai cittadini contribuenti per quei due anni, sfiora il milione di euro, 750mila euro per l’esattezza. Baserebbe magari far scegliere ai molisani se declassare il “Caracciolo” oppure se rimandare a casa i due commissari alla sanità ed utilizzare i soldi risparmiati dal mancato pagamento delle loro indennità per qualche servizio sanitario sul territorio.

«Dobbiamo pretendere servizi e dignità, non c’è più tempo per sceneggiate o trovate mediatiche» ha commentato, caustico, nei giorni scorsi, il consigliere regionale Andrea Greco. Il riferimento sembra alle iniziative mediatiche del sindaco di Agnone, Daniele Saia. Lo stesso ha prima annunciato lo sciopero della fame per difendere il “Caracciolo” dalla mannaia dei tagli ipotizzati dai commissari, senza tuttavia mai iniziare il suo plateale digiuno; poi ha pensato di scrivere una lettera aperta indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio per chiedere l’aiuto del capo dello Stato, del tutto incompetente in materia di servizi sanitari.

Trovare mediatiche e propagandistiche, ha sottolineato Greco, che non producono risultati tangibili. A differenza della decisione assunta nei giorni scorsi dopo una riunione tra amministratori locali che si è tenuta nella sede della Provincia di Isernia. Lo stesso Saia ha riferito di un piano d’intervento in quattro linee: azione giudiziaria contro i tagli dei servizi sanitari, osservazioni al POS da discutere nella Conferenza dei sindaci, dialogo con le parti politiche e manifestazione da portare a Roma. L’azione giudiziaria, probabilmente l’unica strada in grado di opporsi concretamente al declassamento dell’ospedale, venne suggerita e prospettata mesi fa dal consigliere Greco. Saia replicò che preferiva la mediazione e il dialogo con i vertici Asrem e la struttura commissariale, salvo poi, mesi dopo, concordare sulla necessità di intraprendere (al momento a chiacchiere, ndr) le vie legali contro i tagli annunciati.

Al netto di queste questioni, che attengono la permanenza dei servizi sanitari sul territorio dell’Alto Molise, questa mattina sarà il Consiglio regionale a dover prendere una posizione in merito alla delicata questione del declassamento del “Caracciolo”. Se la mozione di rilancio passasse, con l’appoggio indispensabile della maggioranza, i commissari Bonamico e Di Giacomo dovrebbero prendere atto e tenere l’indirizzo politico ricevuto nella debita considerazione.
Francesco Bottone