• In evidenza
  • Ospedale, Greco chiama alla mobilitazione anche i sindaci: «Difenderemo il “Caracciolo” in tribunale se serve»

    «Non ci sto più all’idea che i medici non ci sono, che non vogliano venire a lavorare al “Caracciolo”, perché la realtà è che i medici vanno in Asrem viene detto loro: no, ad Agnone non si può andare. La verità è che c’è un disegno prestabilito da parte di una macchina amministrativa occulta che vuole chiudere scientemente Agnone dimostrando che costa troppo e produce poco».

    Duro Andrea Greco, che ha organizzato al teatro italo argentino di Agnone un confronto pubblico trasversale e aperto, «senza bandiere di partito», per fare il punto e soprattutto per coordinare una strategia comune in difesa dell’ospedale “San Francesco Caracciolo”. All’incontro hanno preso parte anche i consiglieri regionali Angelo Primiani e Massimo Romano, per l’opposizione in Consiglio regionale, e l’assessore e vice presidente Andrea Di Lucente in rappresentanza della maggioranza che guida politicamente la Regione Molise.

    «Bisogna abbracciare una battaglia legale senza precedenti. – ha dichiarato il consigliere Greco – Perché di continuare a parlare con le persone che oggi dicono una cosa, ma domani si rimangiano la parola data e dicono l’esatto contrario, sono sinceramente stufo. Non ho più intenzione di farmi prendere in giro, come cittadino e come rappresentante delle istituzioni. Abbiamo assistito a direttori aziendali dell’Asrem che sono venuti qui a dirci “va tutto bene, non vi preoccupate, l’ospedale di Agnone non si tocca” per poi fare esattamente il contrario. Non sopporterò più il fatto che chi ha ruoli dirigenziali ci venga letteralmente a prendere in giro, perché nel momento stesso in cui venivano ad Agnone a rassicurarci, avevano inviato a Roma documenti che dicono l’esatto contrario. Noi dobbiamo difendere questa comunità con le unghie e con i denti. Facciamo un comitato intercomunale, con tutti i sindaci e i cittadini, e facciamo sentire la voce dell’intero territorio non solo nei Ministeri, ma se necessario anche nei tribunali».

    Il consigliere greco ha annunciato di  aver già prodotto una proposta di delibera che trasmetterà a tutti gli amministratori dell’area e di cui chiederà l’approvazione nei rispettivi Consigli comunali per ribadire l’importanza strategica dell’ospedale di Agnone per l’alto Molise, in termini di sicurezza sanitaria e di tutela dei diritti costituzionali.

    «Non è solo un atto simbolico ma un segnale forte di unità che bisognerà poi sottoporre al Ministero della Salute, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ai commissari, al presidente Roberti, ad Asrem e al Consiglio regionale. – ha chiuso Greco – Tutti i sindaci devono restare al fianco dei cittadini e difendere il diritto alla salute dei molisani».

    «Dopo ben quattordici anni di commissariamento, con la progressiva chiusura di reparti all’interno degli ospedali pubblici e un’offerta sanitaria sempre più carente, il debito sanitario è rimasto pressoché immutato. – ha precisato il consigliere regionale Angelo Primiani – Adesso lo Stato, che gestisce ormai da più di un decennio la sanità molisana per il tramite delle strutture commissariali, deve assumersi le responsabilità delle scelte scellerate che sta portando avanti. Non è più accettabile che siano i cittadini molisani a pagare le tasse più alte di Italia a causa di scelte prese da altri e che i molisani stanno subendo».

    «È arrivato il momento di dire basta. – ha chiuso Primiani – Rivendichiamo il diritto alla sanità pubblica, perché non deve essere un privilegio, ma un diritto fondamentale di tutti». Sulla stessa linea, quella della battaglia senza esclusione di colpi e senza fare prigionieri, l’altro consigliere regionale, Massimo Romano: «Mobilitazione a oltranza. – ha proposto – E’ partita da Agnone una mobilitazione istituzionale e popolare per salvare il diritto alla salute dei molisani: la bozza del nuovo Programma operativo circolata a mezzo stampa e mai smentita è sbagliata dalla prima all’ultima parola e va nella direzione opposta al rilancio della sanità regionale, anzi ne segna la fine. A chi giova questo disegno? Quel che è certo è che nuoce ai molisani. La nostra non è una battaglia di campanile, né una posizione di retroguardia, né una difesa d’ufficio dello status quo: la posta in gioco è molto più alta, riguarda la difesa della dignità dei molisani, dei loro diritti e della loro possibile sopravvivenza».

    Francesco Bottone

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento