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  • Ospedale ‘Caracciolo’, Franco Paoletti sbotta: «Solo promesse, siamo stanchi di aspettare»

    «L’ospedale di Agnone è stanco di aspettare». Non usa mezzi termini, il facente funzioni di primario Franco Paoletti, dirigente medico e consigliere comunale di Agnone, per descrivere la situazione che si registra presso il “San Francesco caracciolo”. «Promesse, promesse, promesse», continua nel suo sfogo Paoletti, parafrasando forse la nota canzone “parole, parole, parole…”. Perché di questo si tratta lì al “Caracciolo”, di continue promesse della Asrem, della Regione Molise, dello stesso sindaco Saia considerato “vicino” alle posizioni dell’ex direttore generale dell’azienda sanitaria regionale, e del fido assessore comunale alla sanità, il vicesindaco Giovanni Amedeo Di Nucci.

    Ci sono le parole dei politici o sedicenti tali e poi c’è la realtà ospedaliera che stenta, nonostante l’incredibile ed encomiabile sforzo in termini di disponibilità e turnistica da parte del personale coordinato e diretto proprio da Paoletti. Non si guarda all’orologio, si fanno turni su turni, a volte senza riposi, proprio per dare una nuova veste e una rinnovata immagine all’ospedale. Poi però gli sforzi umani e professionali dei dipendenti non sono ripagati dalla dotazione di macchinari e attrezzature diagnostiche da parte dell’azienda sanitaria. Attrezzature promesse e annunciate in pompa magna più volte, anche dal commissario-presidente-governatore, ma mai acquistate. «Poi nulla…» commenta quasi scoraggiato il facente funzioni di primario Paoletti.

    Il dottore Paoletti

    Si è rimboccato le maniche e, grazie alla collaborazione di colleghi medici, infermieri e personale vario, è riuscito a rianimare un paziente moribondo, l’ospedale “Caracciolo” appunto, facendo ripartire una macchina ormai considerata in panne. E’ tornata a salire l’attività ospedaliera, sono risaliti i ricoveri anche da fuori regione, ma il tutto solo grazie alle forze e alle professionalità presenti, perché dall’Asrem siamo fermi al campo degli annunci. Che fine ha fatto, ad esempio, la Tac di nuova generazione annunciata almeno un paio di volte anche dal sindaco Saia? E la cabina pletismografica, quella per le prove respiratorie, che potrebbe rilanciare un settore carente nel resto degli ospedali della regione? E l’imprescindibile mammografo per lo screening che riguarda le donne? E ancora un laboratorio analisi autonomo e in grado di funzionare H24? «Promesse, promesse, promesse» dice appunto e a ragion veduta Franco Paoletti. Promesse che vanificano l’ottimo lavoro e i continui sforzi fatti dal personale ospedaliero. «Basterebbe poco per un ulteriore impulso di rilancio del centro ospedaliero altomolisano, – chiude il facente funzioni Paoletti – che negli ultimi due anni sta dando ampi segni di vitalità». Quel poco è traducibile in dotazione di apparecchiature e tecnologie diagnostiche, quelle stesse annunciate ripetutamente dall’Asrem e mai arrivate a destinazione al “Caracciolo”.

    Francesco Bottone

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