«Spesso in politica, come nella vita, è opportuno andare oltre la semplice polemica strumentale dilagante e cercare di raggiungere finalità comuni attraverso il dialogo e l’ascolto. Non è il momento di ulteriori diatribe, i cittadini hanno bisogno di risposte e soluzioni opportune». Così il sindaco di Agnone, Daniele Saia.
Il tema è quello dei tamponi e dei vaccini Covid ad Agnone e il bersaglio metaforico del primo cittadino è il consigliere capogruppo di minoranza Vincenzo Scarano. Proprio Scarano, in un botta e risposta con il vicesindaco Di Nucci, aveva prospettato e proposto alla maggioranza di smetterla con gli inconcludenti «viaggi della speranza» a Campobasso, finalizzati alle inutili interlocuzioni con i vertici della sanità, e di passare alle vie di fatto. «Il Piano operativo sanitario non è stato attuato? Bene, – dice Scarano – si faccia immediatamente ricorso al Tar senza ulteriori tentennamenti».
E non ci sta Scarano a passare per il polemicone di turno, sempre pronto a dare battaglia. Avvocato, dice Saia che «è opportuno andare oltre la semplice polemica strumentale dilagante e cercare di raggiungere finalità comuni attraverso il dialogo e l’ascolto».
Cosa ne pensa? Ce l’ha con lei? «Penso che il sindaco non abbia ben compreso la mia posizione. Non propongo una rivoluzione armata, lungi da me, ma l’utilizzo di una soluzione giuridica prevista e codificata».
Lei ha parlato di commissariamento. Ci spieghi meglio. «Il commissariamento è, lo ripeto, una soluzione giuridica che la legge mette a disposizione del cittadino. Se la pubblica amministrazione è inadempiente rispetto, nel nostro caso, al piano sanitario, c’è la possibilità di chiedere ad un giudice amministrativo, quindi al Tar, di nominare un commissario ad acta che faccia quello che la pubblica amministrazione non ha saputo o voluto fare. Tutto qui».
Quindi nessun atto rivoluzionario, semplicemente l’utilizzo di un qualcosa di previsto e normato. «Certo. Non si tratta di una denuncia penale o di una minaccia nei confronti della controparte che in questo caso è rappresentata dall’Asrem. E’ un’azione molto più blanda che tuttavia potrebbe sicuramente portare a dei risultati concreti».
Ci faccia capire meglio, dopo il ricorso al Tar cosa potrebbe succedere? «Che il giudice amministrativo nominerà un commissario ad acta il quale, a sua volta, agirà in qualità e con i poteri di un funzionario pubblico. Questi di fatto si sostituirà all’amministrazione pubblica adottando il provvedimento».
Bene, ora è più chiaro. «Ma occorre fare presto, – riprende Scarano – perché quel piano operativo potrebbe essere cambiato da un momento all’altro e a quel punto il Comune di Agnone non avrebbe neanche più la possibilità di fare ricorso al tribunale amministrativo».
Lei cita sempre il Comune di Agnone, è quello il soggetto che deve agire? «Assolutamente sì. Non posso farlo io come consigliere comunale, né altri esponenti politici. E’ il Comune l’ente preposto».
Ma il sindaco propone invece di mediare e trattare. «Non mi pare che questa linea chiamiamola diplomatica abbia portato grandi risultati. Quello che propongo è, lo ripeto, l’utilizzo di uno strumento giuridico che sicuramente porterà a qualche risultato concreto. Se la diplomazia non ce la fa, si passi ad altri strumenti giusiridici».
E il sindaco Saia cosa le risposto? Ha preso in esame questa sua proposta? «Al momento, per quel che ne so, queste mie proposte non sono state neanche valutate. Ripeto, sarebbe un tentativo pratico. Tra il nulla attuale e questo, io lo farei».
Francesco Bottone