Il preside in pensione prof. Mario Carrese ha recentemente finito di scrivere una interessante sceneggiatura intitolata “Memoria del Perdono – Padre Matteo da Agnone” sollecitata tempo fa dal compianto padre esorcista Cipriano De Meo il quale, deceduto lo scorso 3 dicembre a San Giovanni Rotondo (Fg), è stato a lungo vice-postulatore per la causa di beatificazione del cappuccino agnonese vissuto dal 1563 al 1616.
Secondo alcuni critici letterari, pare che il grande scrittore italiano Alessandro Manzoni (Milano 1785-1873) abbia preso proprio da Padre Matteo da Agnone il personaggio di Fra’ Cristoforo nel suo celebre romanzo dei Promessi Sposi (come lascia supporre nella premessa a tale scritto lo stesso Mario Carrese).
La sceneggiatura intende evidenziare l’umiltà di Padre Matteo nel prostrarsi davanti alla madre dell’amico ucciso e nel chiederle perdono, addirittura con il cordone a mo’ di cappio attorno al collo. La donna, capìte le buone intenzioni del frate, gli fece dono della “pagnotta della pace” che egli conservò per tutta la vita. E padre Matteo iniziò così le prediche della quaresima nella monumentale chiesa agnonese di San Francesco.
L’Università delle Generazioni, preso spunto dalla “Memoria del Perdono” di Mario Carrese, propone al vescovo di Trivento e al clero agnonese di istituire la “Perdonanza agnonese” in onore del servo di Dio Padre Matteo di Agnone e ad esempio della “Perdonanza Celestiniana” del 1294 (che si celebra a L’Aquila il 28 e il 29 agosto di ogni anno) e del “Perdono di Assisi” (che ha luogo ogni 2 agosto).
Agnone è da sempre un centro religioso di particolare importanza, poiché è terra di santi e di beati (qui nati, vissuti o morti) ed anche perché proprio in questa antica città il fervore cristiano ha trovato l’edificazione di parecchie chiese e persino manifestazioni di tipo soprannaturale, quale una è, ancora oggi, in corso a Monte Sant’Onofrio. Tra tante iniziative in merito, sarebbe utile fare una serie di conferenze o conversazioni pubbliche sulla centralità del perdono nella spiritualità cristiana e francescana in particolare.
“La Perdonanza di Agnone” potrebbe tornare efficace non soltanto al rilancio della spiritualità religiosa pure francescana, umana e civile, ma potrebbe rilanciare l’etica sociale e civile, contribuendo altresì a combattere lo spopolamento e la desertificazione di queste montagne. “La perdonanza” è una risorsa sotto tutti i punti di vista. Potrebbe essere ripristinata la tradizione del “Pane della pace” o del “Dolce della pace”.
Così ha poi dichiarato il preside Carrese: “Provo emozione nello sperare che un così grande uomo e santo frate cappuccino come Padre Matteo di Agnone possa essere elevato alla dignità degli altari servendosi anche e persino del mezzo più umile che è la mia nullità. Quanto alla perdonanza di Agnone l’impresa non è facile, tuttavia c’è tutta la sostanza nel discorso del perdono come atto cristiano ma pure di etica e di civiltà laica. Personalmente, assieme al catechista Giorgio Marcovecchio, metterò in programma un seminario di studi sul perdono e la perdonanza anche come riconciliazione, cui potranno partecipare tutte le generazioni, specialmente i giovani nella chiesa della Madonna di Costantinopoli in Agnone, al cui parroco don Onofrio Di Lazzaro, mio ex alunno, ho dedicato la mia sceneggiatura su Padre Matteo!”
Domenico Lanciano