Dal quotidiano Avvenire
Il documento che accusa il Papa di eresia è «un grave attacco, una forzatura strumentale, un pregiudizio, una operazione contro il Papa e la Chiesa». È il parere di Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che è stato segretario speciale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. «È l’espressione di un gruppo assolutamente minoritario – ha osservato ancora il teologo – che non ha colto in profondità il messaggio di Amoris Laetitia ma lo ha equivocato». Forte ha fatto anche osservare che nell’Esortazione postsinodale un punto è fuori discussione: «Si tratta di un documento non ha cambiato la dottrina della Chiesa ma ha semplicemente risposto a una domanda pastorale, in particolare ai divorziati risposati, certi che l’amore di Dio non abbandona queste persone, come può esprimere la Chiesa concretamente l’amore divino per queste situazioni di famiglie ferite? Una domanda pastorale assolutamente legittima – ha spiegato ancora – che risponde anche a un’esigenza profondamente evangelica, fondata sulla carità. Ignorare questo spirito, e al contrario voler cogliere a tutti i costi posizioni di abbandono della fede cattolica, è una forzatura strumentale, un atteggiamento pregiudizialmente chiuso verso lo spirito del Concilio Vaticano II che papa Francesco così profondamente sta incarnando».
Come valutare allora un documento che addirittura accusa il Papa di eresia? «È una operazione che non può essere propria di chi ama la Chiesa, di chi è fedele al successore di Pietro nel quale riconosce il pastore che il Signore ha dato alla Chiesa come guida della comunione universale. La fedeltà va sempre rivolta al Dio vivente, che oggi parla nella Chiesa attraverso il Papa». Estrema chiarezza anche a proposito dei sette presunti capi di imputazione. «Fraintendono la necessità di verità e di misericordia da parte della Chiesa, che non chiude le porte in faccia a nessuno perché Dio non lo fa, nella costante ricerca di forme sincere, oneste e leali di accoglienza, discernimento e integrazione di tutte le personenella vita della Chiesa».