AGNONE. La decisione di trasformare i parcheggi di piazza Plebiscito da gratuiti a pagamento sancisce l’incapacità dell’attuale amministrazione di assumere decisioni che vadano oltre l’ordinaria amministrazione.
Pensare, infatti, di risolvere il problema del congestionamento del “traffico” imponendo un ticket significa adottare la soluzione più semplice ma, allo stesso tempo, meno lungimirante.
Il Comune di Agnone, infatti, con l’ottenimento dei fondi per la costruzione di un polo scolastico aveva la possibilità di operare una vera e propria metamorfosi rendendo realmente vivibile ed appetibile il centro storico. Fin dal suo insediamento, infatti, l’amministrazione Carosella ha avuto sul piatto la proposta effettuata dalla Provincia di Isernia (quando ancora non si parlava di chiusura) di una collaborazione nel progetto prevedendo il trasferimento sia della scuola elementare sia dell’Istituto alberghiero nell’area adiacente il vecchio istituto industriale. Lì, infatti, con la demolizione dell’attuale garage in uso alla provincia si sarebbe potuto realizzare un vero “polo scolastico” che avrebbe visto la presenza di tutte le scuole agnonesi. A ciò, inoltre, si sarebbe aggiunta la demolizione del vecchio IPSAR con la costruzione di un parcheggio multipiano i cui posti auto sarebbero stati destinati alla vendita o alla lunga sosta. In questo modo, insomma, si sarebbero risolti un gran numero di problemi che oggi, invece, ci restano tutti sul groppone.
L’istituto alberghiero, infatti, verrà trasferito presso i locali di Via de Horatiis che attualmente ospitano l’industriale. Ciò comporta, necessariamente, un disagio per gli alunni delle superiori (basti pensare allo sciopero indetto nella giornata di ieri) costretti a rinunciare a spazi vitali per la loro formazione, un disagio per gli alunni delle elementari (che restano in quelle aule la cui scarsa sicurezza, fino a qualche tempo fa, faceva gridare allo scandalo) ed un disagio per gli esercenti del centro storico che si ritroveranno, in un sol colpo, senza una bella fetta di utenza e con i parcheggi a pagamento.
Certo, i fondi a disposizione non sarebbero bastati. E’ vero. Ma sono quegli stessi fondi che non bastano, oggi, per la realizzazione del “polo scolastico” ostinatamente voluto da questa amministrazione. Per completare il progetto, infatti, serve il doppio della cifra disponibile (circa 6 milioni di euro). Cifra che, invece, consentirà solo e soltanto la demolizione della ex palestra e locali mensa adiacenti la scuola elementare di p.zza del popolo ed il rifacimento, al loro posto, della scuola media che, però, sarà priva (così come la scuola elementare) dei locali palestra. Le attività ginniche, infatti, dovranno continuare ad essere svolte presso i locali delle scuole medie che, a loro volta, saranno non solo insicuri (tanto è vero che vengono trasferiti) ma anche abbandonati. Il tutto tralasciando i problemi ed i pericoli che comporta il trasferimento degli alunni da un complesso ad un altro.
Con un project financing, invece, si sarebbe potuto realizzare tutto ciò mettendo sul piatto della bilancia anche una possibile riconversione della scuola elementare di piazza del popolo a convitto per studenti. Certo, si potrebbe obiettare che con il project financing si rischia una dilatazione dei tempi per via dei ricorsi. E’ altrettanto vero, però, che così come accaduto per il cimitero prima o poi anche l’iter giudiziario termina arrivando all’obiettivo.
Per concludere con un sol colpo avremmo avuto:
– parcheggi al centro storico (con possibilità di un incremento della popolazione ivi residente);
– Convitto per studenti (con incremento naturale della popolazione scolastica e inutilità dei ricorsi al TAR, posti di lavoro, aumento del danaro circolante);
– Polo Scolastico SICURO nel vero senso della parola.
Purtroppo così non è stato e ci ritroviamo con scuole sempre più vuote, sempre più insicure e con un centro storico deserto ed a pagamento.
Dimenticavo. Ci ritroviamo anche con un numero di immigranti (o migranti adottando il termine in voga) che passeggiano allegramente per la città e che non si sa per quanto tempo resteranno. L’unica cosa certa è che di loro non si può parlare pena l’accusa di razzismo o la riproposizione della famosa “Relazione dell’ispettorato per l’immigrazione al Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti” dell’ottobre 1912. Ai tanti che si scandalizzano desidero solo riportare la conclusione di tale documento e sottolineare che se valeva per noi, deve valere per tutti:
“… Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione …”.
Lorenzo Marcovecchio – consigliere di minoranza al Comune di Agnone