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  • Piluso: «Pronti a vaccinare anche in farmacia, ma dalla Asl nessuna risposta»

    Non è bastata neanche la fottuta pandemia a rendere i diritti dei cittadini dell’entroterra montano del Vastese se non uguali, almeno simili a quelli di chi invece vive sulla costa.

    E’ l’amara constatazione che si fa prendendo atto delle recenti decisioni della dirigenza della Asl Chieti Lanciano Vasto che ha sottoscritto, con i sindaci di San Salvo e Vasto, l’attivazione di due grossi centri vaccinali in strutture messe a disposizione dai Comuni. E’ entrato in funzione oggi, infatti, il secondo grande punto vaccinale della provincia di Chieti. Dopo il PalaUd’A a Chieti, è stata la volta del Pala BCC di Vasto, che è diventato operativo con sei linee vaccinali e sarà integrato con il Palazzetto dello sport di San Salvo, operativo da domani, dove le linee saranno tre. La capacità produttiva è di 720 vaccini al giorno per Vasto e 360 per San Salvo. Totale oltre mille dosi inoculate, ma sempre sulla costa, lontano dai piccoli centri montani. Gli sfigati residenti dell’entroterra dovranno continuare a fare le trottole, sballottati tra l’ex ospedale di Gissi o i nuovi centri vaccinali di Vasto e San Salvo.

    «Nei giorni scorsi ho inviato delle pec alla Asl per chiedere le vaccinazioni qui in paese, – spiega il sindaco di Schiavi di Abruzzo, Luciano Piluso – anche in ragione dell’età avanzata della popolazione residente, ma ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta. Qui abbiamo delle strutture idonee, già messe a disposizione per i tamponi in occasione dello screening di massa. Anche la locale farmacia comunale è a disposizione. Inoltre siamo in attesa di sapere come andrà a finire la questione delle seconde dosi, i richiami da fare alle pochissime persone che nelle scorse settimane sono state vaccinate presso il distretto sanitario di Castiglione Messer Marino».

    Riassumendo: la Asl attiva due centri vaccinali praticamente doppione, tra Vasto e San Salvo, a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, mentre dimentica completamente l’entroterra, quell’Alto Vastese dimenticato anche dalla politica regionale. Benissimo anche la duplicazione di strutture, perché l’obiettivo è la vaccinazione di massa appunto, ma probabilmente continuare a fare cento chilometri per una dose di vaccino è una discriminazione e una punizione che i residenti anziani e fragili dell’entroterra Vastese non possono continuare a subire.

    A Castiglione Messer Marino c’è un distretto sanitario attivo e operativo: si faccia in modo che possa somministrare vaccini salvavita ai residenti dell’Alto Vastese. Subito, non fra sei mesi.

    Francesco Bottone

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