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  • Ponte ‘Sente’: servono 40 mln di euro, ma la Provincia è al “verde”. La palla passa ad Anas e Governo

    Sulla vertenza ‘Sente – Longo’, l’Anas gela le aspettative di amministratori e popolazione: il viadotto non riaprirà. Chi credeva in una possibilità di vedere l’infrastruttura agibile, seppur parzialmente, non ha fatto i conti con le indagini condotte e rese note ieri a Palazzo Berta dagli ingegneri di Anas. Il quadro è assai impietoso e non lascia spazio a previsioni di riapertura immediata. Per mettere in sicurezza il ponte, anello di congiunzione tra Molise e Abruzzo, serviranno all’incirca 40 milioni di euro, il costo del terzo lotto della fondovalle ‘Fresilia’. In particolare gli interventi riguardano la famigerata pila 2 interessata da un movimento franoso, la pila 7 al centro del viadotto (180 metri di altezza), lesionata e indebolita, oltre all’impalcato che andrà alleggerito.

    L’ingegnere Giorgio Guiducci, consulente di Anas

    Ad illustrare al presidente Alfredo Ricci e alla sua giunta i nuovi interventi, è arrivato da Roma, il consulente di Anas ed esperto di viadotti, l’ingegnere Giorgio Guiducci che con fare pacato ma deciso ha spento qualsiasi speranza di riapertura nutrita dai numerosi sindaci di zona presenti all’incontro. Tra le tante criticità anche il forte vento che spira nella vallata del Sente, il quale, stando a sentire Guiducci, potrebbe provocare il crollo della struttura se non sarà rinforzata. Troppo vecchio il gigante di cemento e ferro tra Belmonte del Sannio e Castiglione Messer Marino che all’anagrafe registra mezzo secolo di vita e nessun lavoro di manutenzione importante da quando è passato sotto la gestione della Provincia di Isernia. E proprio da allora sono iniziati i veri problemi che il 19 settembre del 2018  hanno portato alla chiusura definitiva. Da quella data tante chiacchiere, ma fatti zero a parte i due milioni di euro reperiti dal Movimento 5 Stelle. Fondi che ad oggi, sembra di capire, non bastano. Come ben poco potrà fare la Provincia che non possiede le economie necessarie per pensare di intervenire.

    D’altronde, come rimarcato ieri mattina, per i nuovi lavori serviranno una barca di soldi che solo l’Anas e il Governo centrale potranno assicurare, a patto ci sia la volontà. Intanto entro il mese di settembre Anas preparerà un progetto smart nel quale indicherà le nuove opere che dovrebbero essere suddivise in lotti. Resta il problema di come e dove reperire i fondi. Un problema non di poco conto, che conoscendo i tempi della politica, si allungheranno notevolmente.

    E chissà quanti anni ancora trascorreranno prima di capire se l’infrastruttura, voluta negli anni ’70 dal senatore Remo Sammartino, un giorno riaprirà i battenti. Palese lo sconforto e la delusione tra imprenditori, commercianti, studenti e pendolari del posto costretti a percorrere la vecchia e tortuosa ex Istonia 86. Insomma prevedibili ricadute negative economiche e sociali che accentueranno il fenomeno dello spopolamento. Perché senza strade non si cantano messe. Ma questo a politica e istituzioni poco importa. E del viadotto ‘Sente-Longo’ si tornerà a parlare esclusivamente alla vigilia delle tornate elettorali con i più classici “faremo” e “diremo” che naturalmente resteranno lettera morta come un territorio ormai abbandonato a se stesso. Sente docet.

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