“La linea dettata ieri dal MoVimento 5 Stelle e votata a maggioranza dall’Aula, ha una valenza politica enorme. In un sol colpo, il Consiglio regionale ha messo in mostra ancora una volta l’incapacità del centrodestra di amministrare il Molise e ha respinto il Piano operativo sanitario firmato da Donato Toma che così è stato bocciato in quanto Commissario ad acta per la sanità e sfiduciato in quanto presidente di Regione. A questo punto Toma dovrebbe prendere atto della situazione e dimettersi: glielo sta indicando la massima assise civica regionale e glielo suggeriscono le proteste di medici, amministratori locali, sindacati e tanti cittadini”.
I portavoce del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale insistono sulla inadeguatezza del governatore, reo di aver adottato in solitaria il Piano operativo straordinario sulla sanità molisana. Ieri in consiglio regionale la sonora bocciatura anche da parte di esponenti della sua maggioranza. Su tutti il consigliere, Gianluca Cefaratti, da sempre vicino all’europarlamentare Aldo Patriciello e Salvatore Micone, presidente del Consiglio.
“In queste settimane – riportano in una nota Greco, Nola, Primiani, Fontana, De Chirico e Manzo – il MoVimento 5 Stelle ha raccolto proteste e suggerimenti di tutti loro, ha voluto e ottenuto un Consiglio monotematico sulla sanità e ha portato la maggioranza dell’Aula a convergere sulle proprie proposte.Da sempre siamo convinti che la programmazione sanitaria meriti ascolto, confronto, collaborazione, condivisione.La mozione varata in Consiglio, infatti, impegna il Commissario ad annullare l’adozione del Piano operativo sanitario 2019-2021, avviando sullo stesso Pos un confronto in Commissione consiliare, per audire soggetti civici e istituzionali. Non farlo significherebbe voltare le spalle alle esigenze dei molisani. Il Commissario è stato impegnato a programmare subito un confronto anche sul Piano 2022-2024, coinvolgendo tutte le parti prima di adottare qualsiasi atto di programmazione e indirizzo.Il Molise, infatti, deve riuscire a sfruttare questo momento per ridisegnare la sanità. Al momento non si conosce lo stato di avanzamento del Piano sanitario, non si capisce come si interverrà sulla rete della medicina territoriale, sulle malattie tempo-dipendenti, sulla rete ospedaliera, sulla rete delle emergenze-urgenze, sulla carenza di personale e non esiste un Piano attuativo ‘Agenda Digitale per la Salute’ che determina la gestione del Cup”.
Intanto l’Asrem – aggiungono i sei esponenti pentastellati – non riesce a gestire neanche l’ordinario e restano a rischio interi reparti. Ne è esempio eclatante l’assenza nel Pos della previsione di un Reparto di Emodinamica all’ospedale Veneziale di Isernia, assenza che siamo certi sarà silenziata fino al termine delle elezioni comunali.Ma il centrodestra allo sbando ha poco da nascondere. Anche ieri la maggioranza ha bocciato l’impegno al Commissario di rivedere subito gli accordi negoziali con i privati.Ancora una volta abbiamo proposto di riequilibrare il budget destinato alle strutture private accreditate, in particolare Neuromed e Gemelli Molise spa, in modo che le risorse appostate per le cure dei pazienti non residenti in Molise non siano superiori rispetto a quelle previste per i pazienti molisani e prevedendo un blocco assoluto dell’extra-budget come indicato dal Tavolo tecnico.
Infine i 5 Stelle tornano sulla ‘pietra dello scandalo’, ovvero lo sbilanciamento tra pubblico e privato. “Il rapporto con i privati non è semplice questione ideologica, perché ogni anno la Regione Molise accantona 30 milioni di euro per l’extrabudget: soldi che invece potrebbero servire per la sanità pubblica; soldi che, come abbiamo proposto al presidente, possono essere svincolati creando un fondo con cui finanziare l’extrabudget delle Regioni in piano di rientro, senza incidere sui bilanci regionali.Insomma, la Regione deve cominciare a tarare la programmazione sanitaria sull’interesse della comunità, non sull’interesse del privato. Il Molise non merita incapacità politico-amministrativa, né in sanità né in qualsivoglia comparto. Ha invece bisogno di stabilità, a maggior ragione in un periodo di rilancio del Paese e alla vigilia dell’arrivo dei fondi del Pnrr. Non possiamo presentarci a quest’appuntamento con un centrodestra dilaniato e con un presidente ridicolizzato e sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. Se non vuol dimettersi per amore del Molise, Toma si dimetta almeno per semplice amor proprio” concludono.