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  • Preapertura a cornacchie e gazze, ArciCaccia: «Una presa in giro per i cacciatori abruzzesi»

    Preapertura della stagione venatoria in Abruzzo, nelle giornate di sabato 10 e domenica 11 settembre, in appostamento fisso e alle sole specie di cornacchia grigia, gazza e ghiandaia. In occasione di questa contestata pre-apertura, una sorta di contentino consesso dalla Regione Abruzzo ai cacciatori, riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’Arci Caccia Chieti.

    Angelo Pessolano, presidente provinciale ArciCaccia Chieti

    «Ogni anno sempre peggio. I cacciatori abruzzesi, delusi, amareggiati, sconsolati, anno dopo anno si vedono redigere calendari venatori assurdi e inaccettabili. Con aperture fantasiose e ridicole allo stesso tempo per il popolo venatorio si usa il mese di settembre per sparare a gazze, cornacchie e ai poveri merli. Niente di più offensivo per chi fa della sua passione una ragione di vita. La presa per i fondelli cresce poi nel vedere altri calendari di altre regioni che permettono la caccia alla tortora alla quaglia e anche alla stanziale nel rispetto della 157/92, legge forse sconosciuta agli uffici regionali dell’Abruzzo.

    Si vieta inoltre ai cinofili e cacciatori di uscire in addestramento con i cani, altra assurdità. Quest’anno abbiamo addestrato più o meno dieci giorni. Cosa vieta di poter uscire con i cani anche se aperta la caccia in appostamento? Forse cacciatori in giro con i cani e senza fucili sarebbero utili a non fare fare qualcosa di errato a chi invece esce col fucile e qui mi fermo.

    L’assessore regionale Imprudente (Lega)

    Passiamo alle gravi riduzioni di tempistica venatoria nei confronti di starne e fagiani, animali immessi da noi tutti, che la legge prevede possano essere cacciati per novanta giorni. Perché bisogna anticipare le chiusure al 30 novembre? Perché la migratoria è soggetta a tutte queste restrizioni da noi in Abruzzo, mentre in altre regioni no e in altre nazioni no? Assurdità su assurdità. Si guarda al cinghiale, ma non per concedere al cacciatore un qualcosa in più, solo per i danni, gli incidenti, le invasioni cittadine.

    Anche questo prima o poi finirà, prima o poi i cacciatori se ne accorgeranno che li state sfruttando e forse si ribelleranno. E magari si uniranno tutti insieme per difendere i diritti di cittadini cacciatori che pagano tanto e poco ottengono in cambio. Domani in molti resteranno a casa, perché offesi da un simile calendario che sa tanto di presa per culo, ma le votazioni sono vicine, tanto vicine e ci ricorderemo nell’urna di chi è con noi e chi è contro di noi…».

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