PIETRAFERRAZZANA – Profughi a Pietraferrazzana, il comitato cittadino pressa il prefetto Corona.
Lettera aperta della presidente Di Tommaso: «Come può una società multata dai Nas in Molise per irregolarità aprire ora un centro di accoglienza in Abruzzo?».
Pubblichiamo, di seguito, la lettera aperta indirizzata al Prefetto di Chieti (a sinistra nella foto accanto, ndr) e siglata da Daniela Antonietta Di Tommaso, la presidente del comitato civico nato a Pietraferrazzana come reazione all’idea di accogliere, in paese, una struttura per profughi e rifugiati.
«Ill.mo Prefetto
Pur certi del vostro operato in merito ai controlli e agli accertamenti riguardanti le società che hanno risposto al bando della Prefettura per l’accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, noi del comitato stiamo comunque procedendo
con le nostre ricerche in merito alla questione del “Park Hotel”, sempre nei limiti di legge. L’unica società che ha risposto al bando suddetto è la “” che ha avuto la chiusura da parte del Nucleo Antisofisticazione dei Carabinieri a Termoli dell’ Hotel Modena, centro che gestiva così come dovrà gestire quello di Pietraferrazzana, dove le condizioni di vita dei giovani africani e asiatici ospiti del centro di prima accoglienza, sono state giudicate vergognose, dove la cucina operativa non aveva l’autorizzazione, il cibo poco e preparato male, i bagni non idonei per le 90 persone che occupavano il centro ammassati in camere fatiscenti e anguste.
Da tutto questo ci nascono spontanee alcune domande:
– È possibile che una società come GESTIONE ORIZZONTI SRL la quale ha dimostrato già un’incoerenza sul sano e regolamentare svolgimento di tale attività possa rispondere ad un bando in un’altra provincia?
– Potrebbe questa gestione poco ortodossa, non coerente con le effettive richieste del bando della Prefettura, far sviluppare da subito da parte degli ospiti del centro d’accoglienza un sentimento d’ostilità che può sfociare in rifiuto verso una probabile integrazione?
– Si riesce a garantire che in casi estremi essi non possano adottare comportamenti di rivolta se fossero trattati in maniera disumana?
Con ogni probabilità questi disordini potrebbero svilupparsi nel nostro paese essendo il più vicino alla struttura, paese che non è pronto ad affrontare tutto questo. Alla luce di questi quesiti siamo certi che terrete in considerazione i fatti sia reali che ipotetici che scaturiscono da essi.
Noi non sappiamo chi ci stiamo mettendo in casa e non ci riferiamo ai profughi ma alle persone che riescono a fare tutto ciò con degli esseri umani; per noi sono senza scrupoli e ci danno da pensare che la loro attività non sia per niente finalizzata all’integrazione e alla protezione di questi immigrati, ma al proprio rendiconto economico».