Appalto da 6 milioni di euro per i lavori di ampliamento del cimitero di Agnone: è arrivata la sentenza della Cassazione in merito alla lunga e complessa battaglia legale, al centro della quale è finito il calcolo degli indici di redditività relativi al bando per l’affidamento della concessione.
I giudici della Corte Suprema hanno dato ragione ai ricorrenti della Sammartino Costruzioni srl, assistiti dall’avvocato del Foro di Isernia Gianni Perrotta. E’ quanto riporta isNews. Il fascicolo torna dunque al giudice della sezione civile della Corte d’Appello di Campobasso.
La vicenda ha inizio alcuni anni fa. La Sammartino si fece promotrice del project financing per i lavori al cimitero comunale. Partì la gara e venne individuata come appaltatrice un’altra società altomolisana.
Ma qualcosa non quadrava. Ad avviso della Sammartino srl c’erano irregolarità precise. Per questo i titolari, assistiti dall’avvocato Perrotta, oltre a presentare il ricorso al Tar formularono una denuncia penale in Procura a Isernia, contro l’intera commissione.
La Procura chiese l’archiviazione e la ditta presentò opposizione. A quel punto il gip dispose apposita perizia. Stabili inoltre che il pm formulasse l’imputazione coatta, ma solo nei confronti della funzionaria che aveva posto in essere l’atto tacciato di falsità, inducendo in errore la commissione.
Partì il procedimento penale e con sentenza emessa il 15 novembre 2018, la Corte d’appello di Campobasso confermò – sull’appello proposto dal Procuratore generale della Corte d’appello di Campobasso e dalla parte civile – la decisione del Tribunale di Isernia del 17 novembre 2017, che aveva assolto perché il fatto non costituisce reato la funzionaria “dal reato di falso in atto pubblico – si legge nella sentenza della Cassazione – per induzione in riferimento al calcolo degli indici di redditività, recepiti nel verbale di gara ed elaborati quale componente della commissione di valutazione nominata in relazione al bando per l’affidamento della concessione per project financing concernente l’ampliamento ed il completamento del cimitero comunale di Agnone”.
Sentenza che quindi è stata impugnata dalla parte civile in Cassazione. I giudici, in sostanza, hanno riconosciuto la fondatezza delle censure formulate dalla società Sammartino. Una valutazione, quella della Suprema Corte, che non ha effetto di natura penale, ma rivaluta le sentenze di primo e secondo grado ai fini civilistici, confermando l’ipotesi accusatoria in merito alla falsità del documento oggetto del contendere rimettendo le parti per il risarcimento al giudice civile, ovvero alla Corte di Apello di Campobasso. Soddisfatto l’avvocato Gianni Perrotta che si è visto riconoscere dalla Cassazione tutti i motivi di censura alle sentenze di merito. “La sentenza della Cassazione – afferma l’avvocato Perrotta a isNews – fa giustizia sull’intera vicenda, i cui elementi erano chiari fin dall’inizio”.