RIPORTIAMO di seguito l’articolo pubblicata dalla testata www.isernianews.it
Disagi al Pronto Soccorso di Isernia, Pastore: chiudere i reparti di Agnone e Venafro
Il primario lancia alcune idee per affrontare in maniera strutturale i problemi del reparto d’urgenza. Si passa per i tagli ai presidi periferici per giungere ad una riorganizzazione del 118. Alternativa possibile, ma tutta in salita: nuove assunzioni
ISERNIA. Tre idee chiave, da attuare nell’immediato, per la riorganizzazione della rete ospedaliera nell’hinterland pentro, almeno fino all’approvazione del tanto atteso Piano sanitario. Ma destinate a far discutere. Le ha lanciate il primario facente funzioni del Pronto Soccorso del Veneziale di Isernia Lucio Pastore. Ma andiamo per gradi. Un mese fa era stata trovata una soluzione tampone alla vicenda. Grazie all’intermediazione del sindaco di Isernia, Luigi Brasiello, il noto medico incontrava il dirigente Asrem, Angelo Percopo, al quale rappresentava i problemi che attanagliavano il reparto d’urgenza dell’ospedale pentro: personale carente, anzi ridotto, al fronte di un costante aumento degli utenti. Il vertice dell’azienda sanitaria regionale prometteva così l’invio nel capoluogo pentro di infermieri qualificati al fine di affrontare l’emergenza, per poi tornare attorno ad un tavolo a metà marzo e trovare soluzioni strutturali al problema. Ma il secondo summit, quello decisivo in quanto atto a trovare risposte concrete e definitive al tema della riorganizzazione della rete ospedaliera, non c’è mai stato. Ed ecco che il dottor Pastore torna oggi sul piede di guerra. Interessa ancora una volta della questione il primo cittadino Brasiello e, per il suo tramite, parla dritto all’Asrem, indicando tre possibili strade da percorrere al fine di risolvere il problema del funzionamento del Pronto Soccorso di Isernia, di cui due a costo zero e una più onerosa. Secondo il Primario, i Reparti di emergenza degli ospedali di Venafro e Agnone andrebbero chiusi, in quanto destinatari di scarse richieste di intervento, e il personale ivi impegnato andrebbe immediatamente trasferito presso il nosocomio del capoluogo pentro per dare man forte ai medici e agli infermieri alle prese con un numero di pazienti sempre crescente. Poi – sempre stando alla proposta di Pastore – bisognerebbe procedere ad una riorganizzazione del 118 similare a quella delle altre regioni italiane. Ossia un 118 organico al Pronto Soccorso cosicché, in assenza di ‘uscite’, il personale del servizio possa essere di supporto al personale ospedaliero. Altrimenti, scartate queste ipotesi, l’Asrem dovrebbe provveder all’assunzione di altro personale. Il Primario, infine, fornisce anche un’informazione allarmante: “Il nostro Pronto Soccorso non è organizzato per le degenze – afferma – Eppure, siamo spesso posti nella necessità di far fronte anche a questo tipo di situazioni, con pazienti costretti a trascorrere anche qualche giorno sule barelle. Non si può andare avanti così”.