Al confronto Lino Gentile, inossidabile sindaco al quinto mandato di Castel del Giudice, appare poco più che un pivello. Nel pomeriggio di oggi, nella sala del Consiglio comunale di Schiavi di Abruzzo, il sindaco appena rieletto Luciano Piluso, ha giurato di rispettare la costituzione e le leggi per la settima volta. Un caso di longevità amministrativa che probabilmente fa scuola in tutta Italia.
La rielezione era scontata, atteso che non c’era una lista sfidante vera e propria, bensì una lista civetta composta da parenti ed affini del primo cittadino confermato alla guida del “tetto” dell’Alto Vastese. L’elezione anomala ha portato alla elezione, in Consiglio, del figlio stesso del sindaco, Giuliano Piluso, nelle fila di quella che dovrebbe essere la minoranza, solo sulla carta.
Al netto di queste vicende di famiglia, il dato da registrare, dal punto di vista del cronista, è che per la prima volta nella storia repubblicana in Consiglio comunale di Schiavi di Abruzzo non c’è una opposizione propriamente detta, visto e considerato che la minoranza è appunto una costola stessa della maggioranza.
Dopo aver giurato per la settima volta, il sindaco Piluso ha comunicato le sue scelte in merito alla composizione della giunta. L’esecutivo sarà composto dal vicesindaco Maurizio Pinnella e dalla assessore Loretta Vecci. Confermata, dunque, la Giunta uscente, in ossequio alle preferenze prese dai singoli candidati nel corso della consultazione elettorale.
Prime frizioni, invece, si sono registrate in relazione alla nomina dei capigruppo. Quello della minoranza è stato immediatamente indicato nella persona del candidato sindaco ovviamente sconfitto Ettore D’Amico, mentre per quel che concerne la maggioranza si è registrato il “gran rifiuto” di celestiniana memoria da parte del consigliere Daniele Fantilli, nonostante la proposta arrivata dallo stesso primo cittadino. Alla fine per la maggioranza assume la carica di capogruppo la consigliera Loredana Sforza.