Riconoscimento per la Chirurgia vascolare di Chieti nel ricordo di Francesco Magnacca, originario di Castiglione Messer Marino.
La Chirurgia vascolare dell’Ospedale di Chieti, diretta da Franco Fiore, parteciperà con alcuni lavori scientifici – curati dai suoi medici e specializzandi e dedicati al ricordo di Francesco Magnacca, direttore dell’unità operativa recentemente scomparso -, al Congresso internazionale di Chirurgia vascolare ed endovascolare CAPVT (Carotid Aorta Peripheral Vascular Treatment – Rome CAPVT Mundi) che si terrà a Roma domani e mercoledì, 24 e 25 maggio 2016, su iniziativa della prestigiosa Scuola di Chirurgia Vascolare Romana diretta da Francesco Speziale.
I lavori sono stati curati dal medico Armando Palmieri e dai medici in formazione Ludovica Ettorre, Fabio Guarini e Francesco Serafini.
«Continua nel ricordo costante, sia umano sia professionale – afferma Palmieri -, l’eredità personale ricevuta da Francesco Magnacca. In particolare uno dei lavori scientifici che presenteremo lo avevamo iniziato a curare insieme e riguarda un’attenta valutazione dei risultati delle procedure endovascolari dell’aorta toracica per patologie acute in regime d’emergenza e in elezione, di cui Francesco nell’Ospedale di Chieti è stato il pioniere insieme a Francesco Spigonardo. Sono contento e orgoglioso – prosegue Palmieri – perché Francesco credeva nelle potenzialità di tutti, con profondo rispetto, e nelle capacità di ciascuno, condividendo le sue conoscenze tecniche e scientifiche per permettere a tutti di crescere da un punto di vista professionale e, quindi, umano».
Magnacca teneva in particolare alla formazione dei giovani medici specializzandi che afferiscono alla Scuola di specializzazione di Chirurgia Vascolare di Chieti: «Personalmente sono molto contento che queste comunicazioni siano sostenute da loro – commenta Palmieri – in un congresso Internazionale organizzato da una delle più prestigiose Scuole di Chirurgia vascolare Italiane il cui padre, Paolo Fiorani, sosteneva che l’Università deve aprirsi ai giovani, che è quanto riteneva Magnacca, senza arroganza o presunzione, ma con semplicità e rispetto, doti che lo contraddistinguevano».