AGNONE – «Nessuno ascolta i più deboli, gli operai. Qui in Molise sta per scoppiare la rivoluzione». Così il sindacalista agnonese Andrea Di Paolo, del comitato “Lotte del Molise“, ai microfoni di una televisione web, a commento del recente aumento del 40 per cento del costo del trasporto pubblico. Il provvedimento è entrato in vigore nei giorni scorsi e sta causando tensioni nel mondo operaio molisano.
«Una precisa parte politica ha deciso questo sconsiderato aumento del costo del trasporto pubblico, non del 5, non del 10, ma del 40 per cento. Un rincaro esagerato e immotivato, perché il servizio offerto non ha subito alcun miglioramento. Tra l’altro questi aumenti vanno a caricare sulle famiglie, dove magari il papà è operaio e il figlio studente fuori sede, centinaia di euro in più all’anno di spese di trasporto, costi per andare a lavorare. – riprende il combattivo sindacalista dell’estrema sinistra Di Paolo – Siamo alla follia, perché, è opportuno ricordarlo, il servizio offerto ai pendolari fa letteralmente schifo: autobus malmessi, sporchi, che si rompono continuamente, spesso si è costretti a viaggiare in piedi, senza nemmeno un posto a sedere dopo essersi alzati alle 4,30 del mattino. Questi sono i trasporti pubblici del Molise, questa è la reale situazione dei pendolari operai molisani. Noi della base recriminiamo una sola cosa: i diritti, il diritto al lavoro e alla mobilità e per rivendicare questi nostri diritti siamo pronti a tutto. Assediamo pacificamente i palazzi del potere, Regione e Prefettura. Lo abbiamo già fatto nei giorni scorsi, con una delegazione, ma lo faremo nuovamente e saremo tantissimi, una folla. Il Prefetto dice: “Io ascolto i sindacati”, ma i sindacati, quelli confederati, non rispondono più ai cittadini, come anche la classe politica. Vanno ricevuti e ascoltati i cittadini, gli operai, i lavoratori e non una delegazione di cinque persone fatta entrare in una stanzetta della Prefettura. Per questo motivo abbiamo abbandonato il tavolo in Prefettura nei giorni scorsi. Ci sono famiglie che hanno difficoltà a portare il pasto in tavola e qui si parla ancora di cassa integrazione, di accordi sindacali, tutte chiacchiere».