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  • Sanità, Sciullo: «Basta tecnici e scelte cervellotiche, rimettere al centro la politica»

    «Sono stata scelta dai giovani, il circolo dei giovani democratici del Pd di Agnone ha deciso che dovessi essere io la candidata alle regionali e questo mi onora. Quegli stessi giovani che sono costretti ad andare via perché i tecnici, da Roma, decidono che devono essere tagliati i servizi sanitari sul territorio, ad esempio. Un infermiere ogni tremila abitanti, con l’unico baluardo sanitario rappresentato dalla farmacia, è un’idea che forse può funzionare nelle città, dove poi ci sono gli ospedali, ma non certo in Alto Molise. Abbiamo bisogno di ricette diverse, adatte alla realtà territoriale dove viviamo».

    E’ stato questo l’appello lanciato dalla candidata del Pd alle prossime regionali, Enrica Sciullo, alla presenza dell’ex segretario del partito e più volte ministro Bersani, ospite ad Agnone proprio per un evento elettorale a cura del locale circolo “Libero Serafini”. Soluzioni ideate e scritte a Roma, nei palazzi del potere, non possono andare bene sui diversi e variegati territori di cui è composta l’Italia, non in materia sanitaria almeno. Questo ha sostenuto, tra gli applausi dei presenti, la candidata Sciullo, che tra l’altro è infermiera ospedaliera prima che assessore al Comune di Agnone.

    Ovvio, dunque, il riferimento al mondo della sanità: «Ci dicono spesso che il Molise è piccolo, come un quartiere di Roma, – ha ripreso l’infermiera prestata alla politica – ma chi vive in una qualsiasi zona della capitale non ha un’ora e mezza prima di arrivare al pronto soccorso di un ospedale. Un quartiere di Roma non ha la difficoltà a reperire un pediatra o un medico di base, a differenza del Molise e dell’Alto Molise in particolare. Abbiamo un territorio fragile sotto ogni punto di vista, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione. E i nostri anziani, a differenza di quelli dei quartieri di Roma appunto, per poter avere assistenza sanitaria devono farsi la famosa ora e mezza di automobile per arrivare al primo ospedale utile. Abbiamo bisogno di soluzioni ideate e scritte sul posto, da chi vive sul posto; è ora che i tecnici si facciano da parte restituendo il ruolo decisionale alla politica, ai politici che vivono il territorio e ne conoscono le necessità e le fragilità, ma anche le potenzialità». «La sanità è un problema nazionale, – le ha risposto Bersani – ma da voi di più. Medici e infermieri scappano dal sistema sanitario nazionale. Davanti a un problema di salute non può esserci né povero né ricco: per smontare questo principio basta affamare il sistema sanitario pubblico. Bisogna reagire assolutamente alla botta micidiale che sta prendendo il sistema».

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