«Una donna non deve essere derisa da nessuno e tanto meno da un’altra donna».
Lapidaria e diretta come un treno la ex vicesindaca di Agnone, la lady di ferro Linda Marcovecchio, che dopo giorni di silenzio stampa torna ad occuparsi pubblicamente anche di attualità entrando così nel dibattito giornalistico del momento.
Per chi lo avesse perso, questo è quanto accaduto: Striscia la notizia nei giorni scorsi ha mandato in onda un servizio sull’inviata Rai a Pechino, Giovanna Botteri. Il tg satirico ha fatto riferimento agli haters che attaccano la giornalista ridicolizzandola per via del suo aspetto, a loro avviso, non particolarmente curato. Dopo la puntata si è scatenato il finimondo. Dal mondo del giornalismo, come sempre corporativo, sono partire reazioni e critiche a tratti scomposte, solidarietà di facciata alla collega, e si è addirittura parlato di body shaming da parte di Striscia, che quindi avrebbe messo in campo una evidente derisione, forse anche offensiva, per come si appare, per come è il corpo, per come ci si veste.
La corrispondente dalla Cina ha zittito tutti con questa risposta:
«Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste , quelle televisive soprattutto, hanno. O dovrebbero avere secondo non si sa bene chi…
Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo.
Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere.
Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi.
Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio.
E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista.
A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo , minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne».
E questo che segue è il commento di Linda Marcovecchio, già vicesindaca di Agnone: «Giovanna Botteri ha dimostrato la sua intelligenza nel modo di rispondere allo staff di Striscia ma ciò non toglie che l’episodio meriti una riflessione. L’ambita parità di genere non potrà mai diventare un risultato concreto se noi per prime lo miniamo alla base, sminuendo il valore femminile, subordinandolo all’apparenza. No care donne, questo significa uscire di strada e perdere di vista l’obiettivo dell’onestà intellettuale che, se ci crediamo, se lo coltiviamo, ci porterà a creare maggiormente le opportunità per dare alle donne il ruolo sociale rivendicato e il giusto rispetto. Oltretutto che insegnamento diamo ai nostri ragazzi con messaggi del genere? Comunque ha ragione Tiziana Ferrario, la faccenda Botteri ha le sembianze di un vero atto di bullismo».