“A volte pensiamo che anche uno schiaffo sia un gesto d’amore, perché lui ci ama e, quindi, ha il diritto di darci uno schiaffo. Magari, poverino, è andato su tutte le furie perché mi ama troppo. Ma chi ama troppo non alza mai le mani per dare schiaffi, bensì per una carezza ”: lo ha detto Carla Caiazzo, la donna di Pozzuoli (Napoli) nota per essere stata data alle fiamme dal suo ex all’ottavo mese di gravidanza, durante l’inaugurazione del nuovo sportello “Senza Violenza”, aperto questa mattina nell’Ospedale di Lanciano (Chieti) grazie alla collaborazione tra il Rotary Club di Lanciano, la Asl Lanciano Vasto Chieti e l’associazione di promozione sociale “Donn.è”. Un luogo di ascolto e accoglienza, pubblico e gratuito, per le donne e i minori vittime di violenza, in tutte le sue forme.
Nella massima riservatezza e anonimato le donne troveranno ascolto, aiuto, informazioni e sostegno per uscire da situazioni di violenza fisica, psicologica, economica, sessuale, di molestie o stalking. Ai minori sarà offerta anche assistenza mirata per contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.
Lo sportello sarà aperto il martedì dalle ore 16.30 alle 18.30 e il giovedì dalle 9.00 alle 12.00 nella stanza 10 al primo piano della palazzina 16, nell’area della Cittadella del volontariato. Il primo contatto può avvenire anche telefonicamente allo 0872.706517 o via Facebook (cercando la pagina di DONN-è) o via E-mail a senzaviolenzalanciano@gmail.com.
A inaugurare il nuovo servizio, insieme a Carla Caiazzo, c’erano l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, il direttore generale della Asl, Pasquale Flacco, la presidente del Rotary Club Lanciano, Licia Caprara, e il governatore del Distretto 2090 Rotary Abruzzo Marche Molise Umbria, Valerio Borzacchini, nonché Felicia Zulli per il Centro antiviolenza Dafne di Lanciano, Francesca Di Muzio per l’associazione Donn.è e l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Lanciano, Dora Bendotti.
Pur non volendo commentare direttamente la vicenda del proiettile ricevuto ieri in una busta a lui indirizzata “da uno squinternato”, come egli stesso lo ha definito, l’assessore ha voluto dare una lettura “al contrario” dell’episodio: “Chiunque rivesta un ruolo di responsabilità – ha detto Silvio Paolucci – ha il dovere di utilizzare un linguaggio più appropriato, per sostantivi e per aggettivi. Non perché da lì traggono ovviamente pazzia alcuni imbecilli, ma perché invece da un linguaggio più appropriato può emergere un senso di responsabilità ulteriore che può fare argine a certi comportamenti”.