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  • Sport: una risorsa per Agnone, ma l’impiantistica è da schifo

    AGNONE –  Il piccolo esercito continua ad allenarsi, sudare, sacrificarsi incurante di farlo in strutture obsolete, fatiscenti, fredde, che puzzano di muffa.  Svolge sedute due, tre, quattro volte a settimana. Ruba tempo alla famiglia per portare in alto il nome di Agnone nello sport. Spesso in ambito nazionale, come avviene per le società di volley e calcio, da anni impegnate in campionati interregionali ad un certo livello. Accade di competere con realtà di gran lunga superiore anche in discipline come nuoto e atletica.  Il censimento fatto da l’Eco parla chiaramente. Sono quattrocentocinquanta gli atleti impegnati in questa mission. Molti dei quali giungono ad Agnone dai paesi limitrofi malgrado l’offerta infrastrutturale sia carente, a volte indecorosa.

    Basterebbe recarsi a Castel di Sangro, 42 chilometri di distanza e solo mille abitanti in più di Agnone, per capire come si intende lo sport. Nel comune dell’aquilano si contano quattro campi da calcio, di cui uno omologato per le gare del campionato di serie B e dove spesso gioca la nazionale italiana under 21, centro Fit con quindici campi da tennis, innumerevoli rettangoli da calcetto, un palasport capace di accogliere oltre mille spettatori, concerti e convegni, una piscina in fase di realizzazione.

    Ben diversa la situazione ad Agnone dove l’Eco  ha deciso di scattare una radiografia sull’impiantistica sportiva grazie al fotoserivizio (pubblicato sul mensile cartaceo) di Danilo Di Nucci.

    PALASPORT – E’ quello messo peggio. Realizzato a metà degli Settanta e inaugurato ad inizio anni Ottanta, oggi, quello che inappropriatamente viene definito palasport, cade letteralmente a pezzi. Il maggiore dei problemi sono le numerose infiltrazioni dovute ad una copertura usurata e ormai non più efficace che mette a rischio la stessa stabilità della struttura. Guardarlo dal di fuori è come ricevere un cazzotto negli occhi: oblò rattoppati, scalinata semi-distrutta, sporcizia, vetri frantumati, scarsa illuminazione. All’interno le cose non vanno meglio. Se infatti si esclude il rettangolo in taraflex acquistato dalla società di volley ai tempi della B1, il quadro è pressoché disastroso. Pezzi di intonaco cadenti, servizi igienici ai limiti della decenza, muschio sulle pareti, porte divelte, muffa ed un impianto di riscaldamento che non garantisce il dovuto sostegno agli atleti. Nel 2000 mezzo miliardo delle vecchie lire vennero buttate alle ortiche per realizzare un corpo aggiunto mai ultimato (manca l’impianto di riscaldamento) e che ora funge da magazzino. La scarsa capienza delle tribune (può contenere appena 250 persone) ed un’altezza non adeguata a svolgere campionati professionistici nel 2003 costò alla locale società di volley, appena promossa in A2, l’emigrazione in quel di Vasto (Chieti). Non è dato sapere a che anno risale il certificato di agibilità e lo svolgimento dei veglioni natalizi vengono garantiti solo grazie all’assunzione di responsabilità del sindaco. Ospita 90 atleti compresi quelli che frequentano il nuovo corso di ginnastica artistica. Per lo più si tratta di ragazzi minorenni. Visto il quadro andrebbe chiuso immediatamente, come ci confermano dall’ufficio tecnico comunale. Attualmente la gestione è in mano all’Asp Agnone che riceve un modesto contributo annuale dall’amministrazione.

    STADIO ‘CIVITELLE’ – E’ l’altra nota dolente che deriva principalmente da un manto in sintetico divenuto ormai una moquette. Inaugurato undici anni fa viene utilizzato quotidianamente da 170 atleti. L’Olympia Agnonese, sodalizio che disputa per la nona stagione consecutiva il campionato di quarta serie, gioca solo grazie ad una deroga difficilmente rinnovabile. L’impianto di illuminazione, costato fior di quattrini, è praticamente inadeguato per la disputa di gare in notturna e gli spogliatoi, seppur rimessi a nuovo dall’attuale dirigenza, meriterebbero un restyling viste le infiltrazioni registrate soprattutto nei locali della sede sociale. Le misure del rettangolo da gioco sono al limite di quanto prevedono gli standard e da Roma hanno prescritto l’innalzamento della recinzione dietro le panchine.  La tribuna coperta in mancanza di una dovuta manutenzione, ormai fa acqua da tutte le parti e il settore ospite necessita di un adeguamento strutturale. Cosa gravissima non esiste uno spazio riservato per i disabili. Alle spalle della tribuna, lo spettacolo non è dei migliori, e mette a rischio l’incolumità degli spettatori in caso di incidenti tra tifoserie, le quali potrebbero tranquillamente “armarsi” con pietre, bastoni di ferro, pezzi di catrame, bottiglie, ecc..Il problema principale resta il manto in sintetico. Per sostituirlo servono 250mila euro. Soldi che il Comune ha chiesto alla Regione Molise, la quale però continua a fare orecchie da mercante. L’impianto è gestito dalla Polisportiva Olympia Agnonese che annuale riceve circa 12mila euro dal Comune.

    PISCINA PROVINCIALE – Inaugura dalla Provincia di Isernia nel 2007 dopo un lunghissimo travaglio, rappresenta attualmente il fiore all’occhiello dell’impiantistica locale. Gestita dalla Hidro Sport, società campobassana, la struttura, è ben tenuta e assicura una moltitudine di attività che attira per lo più utenza extraregionale. In tutto circa duecento tra atleti e appassionati che usufruiscono dell’impianto adeguatamente riscaldato durante l’anno. Seppur piccoli, gli spogliatoi sono adeguati alle esigenze dell’utenza e le docce vengono attivate con una card a pagamento che garantisce un minore spreco di acqua. Priva di tribune per assistere ad allenamenti e gare, meriterebbe una copertura con materiali più adeguati. Inoltre, per abbattere i costi di gestione necessiterebbe di un impianto fotovoltaico.

    NON PERVENUTI – Sulla carta esiste ma è come se non lo fosse. E’ l’unico campo da calcetto indoor  ridotto davvero male quello in località Tiro a Segno nei pressi del palasport. Manto completamente usurato e impianto di riscaldamento inefficiente mette a rischio l’incolumità di quanti ne usufruiscono. La mancanza di tribune e spazi adeguati, hanno costretto la neonata società di calcio a cinque, la Robur,  a chiedere ospitalità a Pietrabbondante  dove vengono disputate le gare del torneo di serie C2. Va peggio per l’atletica. Da anni, la società del presidente Giovanni Labbate disputa gare in ambito nazionale, tuttavia non esiste una pista adeguata su cui allenarsi.  Campi da tennis? Uno e pure scoperto.

    Alla vigilia delle comunali l’Eco rivolge un appello a quanti decideranno di scendere in campo affinché prendano a cuore una problematica non di poco conto come quella dell’impiantistica sportiva. Non per altro visto l’esercito di atleti che quotidianamente e tra mille sacrifici si allenano e gareggiano in nome della città…

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