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  • Strade interpoderali disastrate, comparto agricolo a rischio collasso

    AGNONE – Una delle problematiche più rilevanti per il comune di Agnone è la gestione delle strade che servono l’agro. La situazione, al di fuori dei pomposi interventi mostrati anche su internet, è drammatica. La disgrazia non è esclusivamente legata allo stato delle arterie interpoderali ma all’inesistenza di una programmazione e regolamentazione.

    E’ da premettere, dato che gli organi di stampa danno spazio ad alcune notizie e ridimensionano altre, quale sia lo stato dell’agricoltura locale, strettamente collegato al problema introdotto. Bisogna porre fine al superficialismo e al perbenismo di chi non esercita nessuna attività agricola e persevera nell’annunciare che l’agricoltura è il punto di svolta per risollevare alcune realtà come le nostre. Amministratori locali, esponenti di associazioni o altri con competenze relative, dovrebbero cercare di comprendere che è diventato impossibile produrre in agricoltura. I problemi sono noti, a partire dalla irraggiungibilità delle attività agricole e delle abitazioni dislocate nell’agro. Ma anche la distruzione delle culture da parte dei cinghiali (qualcuno nello stesso intervento ha parlato di sviluppo agricolo e di presenza di cinghiali come una risorsa), assenza di una filiera locale che valorizzi alcune produzioni, prezzi alla produzione troppo bassi. Ancora, la scellerata decisione di abbandonare la politica dei finanziamenti a pioggia che per le caratteristiche del nostro territorio risultano fondamentali già solo a partire dalla conservazione e tutela del territorio. I contadini, una delle definizioni più nobili di chi esercita un’attività agricola, si chiedono se nelle diverse occasioni in cui è stato presentato in loco e in pompa magna il piano di sviluppo rurale, chi presentava e presenziava fosse a conoscenza o meno di questi problemi.

    Per tornare alle difficoltà indicate all’inizio, nel comune la situazione delle strade interpoderali che servono territori, aziende e abitazioni risulta essere pessima. Siamo in un momento di ristrettezze economiche è vero, ma è solo questa la causa? A parere di molti non è affatto cosi.

    Manca un corretto e collaudato sistema di gestione delle strade interpoderali. Ci sono stati tentativi per sottoporre modi di regolamentazione diversi, con incentivi ai cittadini volenterosi, ma l’amministrazione e troppo miope e con i paraocchi per capire e comprendere. Per non parlare dei controlli per sanzionare chi volontariamente distrugge e arreca danno ad un bene pubblico. Non esistono verifiche neanche a seguito di continue segnalazioni alle autorità competenti, che nonostante siano pagate da noi, si mostrano anche infastiditi. Ciò dimostra che non si ha nessuna conoscenza della situazione. Ignorati tutti i suggerimenti che giungono dalla cittadinanza, l’amministrazione persevera nell’operare interventi in alcune strade senza considerare la necessità di stilare una sorta di classifica di importanza e priorità da considerare nel decidere gli interventi da eseguire. Si vedono tratti di interpoderali paragonabili a strade private ben tenute che servono magari poche ville, e tratti come le peggiori mulattiere post-belliche che conducono a conglomerati di più nuclei familiari con aziende agricole al seguito. Per non parlare di interventi realizzati su tratti di vecchie mulattiere in disuso totale, che vedono la canalizzazione di acque, la sistemazione del fondo e che conducono ad un unico soggetto, quando magari la strada interpoderale principale di zona e praticamente impercorribile.

    Tali considerazioni sono valide anche sotto l’aspetto della manutenzione ordinaria. Per esempio, in estate si provvede allo scerbamento laterale di alcune strade, che spesso risultano quelle meno trafficate. A volte sono ripuliti solo alcuni tratti, basta arrivare al termine di essi per capire il motivo.

    La cosa più eclatante e paradossare è relativa ai mezzi a disposizione del comune. Cioè acquistati da noi e a nostra disposizione. Tali mezzi impiegati correttamente potrebbero manutenere tutte le arterie comunali, garantendo un transito dignitoso e prevenendo disastri causati dagli agenti atmosferici. La prevenzione che comporta una sana e oculata gestione delle risorse pubbliche. La decisione di acquistare i mezzi è corretta ma incompleta, bisogna avere personale che possa utilizzarli, o meglio ancora riconvertire quello a disposizione. Non si dica che non è possibile. Si studi, si approfondisca la materia e se ne trovi la soluzione. Si può e si deve reperire competenza in grado di far lavorare quei mezzi. Ma non risulta che si voglia fare visto che si continuano a indire bandi per ricercare personale (sia in pianta stabile, sia tramite borse lavoro) diverso da quello necessario. Si continua imperterriti nell’assumere “personale da ufficio” che oppongono ad ogni minima richiesta di intervento lo spulcio delle proprie competenze. Per esempio, come mai non è possibile destinare un agente di polizia municipale per il controllo delle interpoderali? Sono pochi, ma come mai invece è possibile avere gli ausiliari del traffico in agosto per il centro abitato?

    Non c’è nessuna volontà politica di farlo. La volontà politica in questo paese è rilegata alle azioni apparenti e interessate. Messo a nudo qualche problema dei tanti che affliggono l’argomento non ci si sottrae dal sottoporre suggerimenti e considerazioni (sicuramente ignorate come sono state sottovalutate quelle fatte da tanti, perché ci si ritiene superiori).

    Il regolamento sulle strade interpoderali va cambiato, deve abbandonare gli standard di regolamenti che in realtà non regolano nulla e deve costituire una svolta. Non vanno considerate tutte le strade interpoderali con lo stesso peso, ma va stilata una sorta di graduatoria che assegni un peso ad ogni arteria o tratto della stessa che dipenda da parametri come il numero di abitanti serviti, numero di aziende e/o agriturismi, livello dell’attività agricola, principalità per la zona, ecc. Una impostazione di questo tipo dovrebbe comportare interventi prioritari su strade che servono abitazioni con presenza di anziani e ammalati garantendo cosi assistenza territoriale e la possibilità di recarsi al presidio ospedaliero con facilità e sicurezza. Una sede stradale decente comporterebbe una corretta tenuta dei mezzi comunali come pulmini per trasporto di scolari e anziani e mezzi che dovranno procedere alla raccolta differenziata. Vanno ignorati personalismi e persone di presunto “peso”. Gli interventi vanno calibrati. Invece di fare diversi interventi nessuno dei quali risolutore, si facciano progressivamente in maniera duratura e consistente.

    Si oppone che il comune di Agnone ha troppe strade interpoderali, alcuni dicono che si spingono fino a 300 km (il dato balla forse perché neanche il comune sa il definitivo) e non ci sono risorse. La regione ha bloccato anche quell’esiguo finanziamento previsto per le stesse. In questo caso il buon senso e il buon padre di famiglia destina le risorse alle cose più rilevanti e necessarie ed evita di dilapidare somme per attività che non arrecano vantaggi se non ai pochi.

    Sembrerebbe che siano state destinate ennesime somme, 350 mila euro, per la strada panoramica “Mennea”. E’ doverosa una considerazione. Ma quanti milioni di euro ci costano circa 4 km di strada? Funzionale a quale attività? Per raggiungere quante abitazioni? Da quando fu progettata ad oggi ha succhiato risorse impressionanti, tanto vaste che risulta difficile fare un calcolo. Ma tutte le amministrazioni si sono impegnate per essa, per bruciare soldi pubblici perché evidentemente i loro componenti ne sentono la necessità e la percorrono spesso. Saranno forse risorse vincolate? Non lo so, ma non cambia il discorso se pensiamo a quelle spese in precedenza. Si pensi, per esempio che 350 mila euro su un percorso di strade interpoderali di 300 km comportano circa 1200 euro a km. Sarebbe una prima svolta. E magari cosi potremmo rispondere ad una di quelle obiezioni che si riportano nel credere che l’agricoltura possa essere una chiave per salvare il nostro territorio. Si spezzetterebbe anche il lavoro pubblico in modo da farne beneficiare più soggetti riducendo indennità. Un piano simile è stato studiato, stilato e presentato a qualcuno?

    Si ricordi che per ora siamo ancora in un regime democratico basato sul suffragio universale, in cui ad ogni testa, maggiorenne, corrisponde ancora uno e un solo voto; si vince con la maggioranza di essi.

    Lucio Orlando 

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