• In evidenza
  • Telefoni ancora isolati a Castelguidone, scatta lo sciopero delle bollette: «Non paghiamo un servizio che non c’è»

    I telefoni fissi sono fuori uso e molti anziani che non dispongono di cellulare vivono totalmente isolati senza la possibilità di contattare i familiari o anche di chiamare soccorso nel caso di malore soprattutto notturno. E’ quanto accade, nuovamente, a Castelguidone, paese dimenticato dal gestore di telefonia fissa.

    Telefoni isolati, quelli della rete fissa, ancora una volta. Disagi che vanno avanti da tempo, senza che sia trovata una soluzione definitiva. Le bollette arrivano regolarmente, ma il servizio è a singhiozzo, da mesi ormai.

    «In molti punti del paese i cellulari non prendono e quindi sarebbe inutile fornirli alle persone anziane. – commenta amareggiata una residente – All’inizio i disservizi si verificavano solo in caso di temporale, aggiungendo disagi a disagi, ma adesso anche senza una apparente causa meteorologica spesso l’intero paese è senza linea fissa».

    Pare che l’amministrazione comunale abbia più volte segnalato il disagio alla Telecom, sollecitando la soluzione al problema, ma invano. Evidentemente il servizio è poco redditizio, perché solo quella è la logica dei gestori della telefonia fissa.

    «Scegliere di vivere in questi paesi è già coraggioso di per sé, ma in questo modo diventa davvero impossibile – continua nel suo sfogo una residente – e più che altro più disagiato, soprattutto per le persone anziane che sovente risentono della sempre maggiore carenza di servizi sul nostro territorio. Sarebbe il caso di sottolineare il disagio provocato da questa situazione astenendosi dal pagare le bollette telefoniche che puntualmente arrivano, ma si sa che alla fine al danno aggiungeremmo la beffa perché saremmo costretti a pagare le bollette insolute comprese di eventuali more. – aggiunge scoraggiata – Anche durante il periodo in cui il Covid ha investito il paese abbiamo avuto lo stesso problema. Penso alle molte famiglie che da anni non risiedono più qui e che per giorni non riescono a contattare i propri cari per chiedere loro notizie, specialmente in un momento tragico di pandemia come questo. Non è giusto, non è corretto essere considerati sempre cittadini di serie B, abbiamo gli stessi diritti di persone che hanno scelto di vivere in grandi centri. Purtroppo so che la nostra voce è flebile e che il nostro grido di protesta passa inascoltato proporzionalmente al bacino di utenza elettorale. Non abbiamo di numeri per essere cittadini di peso, ma abbiamo indiscutibilmente il diritto di vivere serenamente come tutti gli altri».

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento