(ANSA) – PESCARA, 6 SET – Ha toccato anche l’Abruzzo, e in particolare la provincia di Pescara, l’operazione portata a termine all’alba delle Digos delle Questure di Pescara Viterbo, Roma e Torino, coordinate dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Polizia di Stato, con l’arresto di sette anarchici della Federazione Anarchica Italiana (Fai) accusati di associazione di stampo sovversivo, finalizzata al terrorismo: due sono abruzzesi e vivono a Montesilvano (Pescara) dove sono stati arrestati dagli agenti della Digos della Questura di Pescara, coordinati dal vicequestore aggiunto Leila Di Giulio. In queste ore, contestualmente all’esecuzione delle ordinanze, sono in corso le perquisizioni domiciliari a carico degli indagati. L’indagine, durata anni, è partita dopo i primi atti eversivi attribuiti alla cellula eversiva che aveva collegamenti con altri gruppi anarco-insurrezionalisti del vecchio continente.
Dalle prime ore dell’alba è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato contro la Federazione anarchica informale (Fai). La Digos di Torino, coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese sta dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare con il contributo operativo delle Digos di Pescara, Roma e Viterbo.
L’operazione ha permesso di arrestare sette anarchici e indagarne altri otto nell’ambito dell’operazione denominata ‘ScriptaManent’ nei confronti della Federazione anarchica informale (Fai). Nell’ambito della vasta operazione, i poliziotti, con l’ausilio di unità cinofile antiesplosivo, hanno sottoposto a perquisizione oltre 30 anarchici e 29 abitazioni dislocate in Piemonte, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Campania e Umbria.
L’operazione della Polizia di Stato contro gli anarchici della Federazione anarchica informale (Fai) contesta agli arrestati il reato di associazione con finalità di terrorismo e attribuisce agli stessi l’esplosione di tre ordigni: uno presso il quartiere Crocetta di Torino del 5 marzo 2007 e due presso la Caserma allievi Carabinieri di Fossano del 2 giugno 2006.
Gli ordigni in entrambi i casi erano programmati per esplodere a breve distanza l’uno dall’altro, per arrecare danno all’incolumità delle forze dell’ordine intervenute sul posto e avevano “il preciso obiettivo di uccidere” le forze dell’ordine, il personale sanitario, i vigili del fuoco e i cittadini eventualmente intervenuti sul posto.
L’operazione della Digos trae origine dal procedimento penale instaurato presso la Procura di Torino a seguito del ferimento di Roberto Adinolfi, ad dell’Ansaldo Nucleare, per mano di appartenenti al cosiddetto ‘Nucleo Olga’, espressione del cartello eversivo Fai. L’indagine, attraverso l’analisi di un’enorme quantità di documentazione ideologica, ha permesso di ricostruire la struttura associativa e l’evoluzione internazionale della Fai.