AGNONE. Secca replica di Lorenzo Marcovecchio, consigliere di minoranza di Agnone, alle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino, Michele Carosella sui venti di secessione che spirano sulla cittadina altomolisana. Il sindaco ha ribadito la netta contrarietà a qualsiasi forma di secessione dalla regione Molise, dove Agnone ha un peso specifico importante. Non dello stesso avviso Marcovecchio che in una nota spiega il suo pensiero.
“Con non più di tanto stupore mi è capitato di leggere le dichiarazioni del Sindaco di Agnone in merito alla utilità di una riunificazione dei territori abruzzesi e molisani – scrive Marcovecchio -.
Non mi sono stupito più di tanto in quanto non tanto per le precedenti dichiarazioni quanto per i fatti concreti posti in essere, il Sindaco di Agnone da tempo aveva palesato il suo pensiero.
Chi da anni combatte affinchè ciò si realizzi, ha definito tali dichiarazioni come il frutto di un uomo antico. Ebbene non si può che dargli ragione.
Pensare di mantenere in vita l’autonomia di una Regione – prosegue il consigliere di minoranza in Comune – in tempi in cui si parla solo e soltanto di tagli significa essere rimasti legati ai tempi che furono quando si spendeva a destra e a manca non curandosi delle generazioni a venire. E’ innegabile, infatti, che noi oggi paghiamo le scelte scellerate del passato che, guarda caso, vengono riproposte come ricette da “uomini antichi”.
L’unione con l’Abruzzo della Regione Molise (o almeno di parte di essa) sarà un procedimento automatico al quale non ci si potrà opporre. Proprio perché scontato, però, bisogna esser bravi a non farsi trovare impreparati creando (o, meglio, ricreando) quella unione culturale che tra territori omogenei.
L’unione con l’Abruzzo non deve, quindi, venire minacciata ogni qual volta si ritiene di subire un sopruso. L’unione con l’Abruzzo deve essere auspicata perché può significare il rilancio dell’economia delle aree interne.
Per far ciò è necessario che i primi a crederci siano i referenti politici del Comune, della Provincia e della Regione. Sono loro, infatti, gli organi deputati a creare le condizioni perché ciò avvenga nel miglior modo possibile (perché ci dobbiamo unire non essere inglobati) e nel minor tempo possibile prima, cioè, che siano altri che, senza conoscere i territori, decidono per noi.
Mi auguro, pertanto, che il pensiero del Sindaco sia e resti isolato – conclude – e non diventi un ostacolo per l’unica (forse) possibilità di sviluppo che ci è rimasta”.