E’ l’unico esempio di transumanza di tipo orizzontale ancora attivo in Italia. E’ la straordinaria esperienza che, dal 25 al 28 maggio, vedrà le vie molisane dei pascoli e delle migrazioni, protagoniste di un viaggio collettivo nel tempo: solcando gli antichi Tratturi e seguendo, da appassionati, turisti e addetti ai lavori, la lenta risalita della mandria di circa trecento capi bovini di razza podolica e marchigiana della famiglia Colantuono di Frosolone.
La quattro giorni programmata da Asvir Moligal, e che vede la Regione Molise impegnata come parte attiva del progetto, è stata concepita secondo una formula fruibile a tutto campo. La sua efficacia affonda nella pratica che, in passato, ha animato economicamente e culturalmente il Molise e le regioni meridionali per millenni. Ma oggi, la tradizione rivive nel presente di un turismo di qualità, dello spirito ed esperienziale, percepito nella declinazione dei cinque sensi, soprattutto il gusto, come certifica la presenza ben amplificata dei Tratturi a Expo 2015. Nei padiglioni milanesi sono stati ‘stregati’ dalla pastorizia transumante perché le ‘vie verdi’ intese come ‘vie del cibo’ sono in grado di fornire numerosi prodotti naturali di altissima qualità, la cui domanda è aumentata in questi ultimi anni sul mercato globale.
La Transumanza 2015 parte da San Marco in Lamis, località Foresta, il 25 maggio. Quattro giorni più tardi l’arrivo ad Acquevive di Frosolone, dopo aver percorso 180 chilometri quasi tutti molisani e attraversato il territorio di tre province – Foggia, Campobasso, Isernia – con soste a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Campobasso, Ripalimosani e Frosolone. Un percorso nel tempo, per leggere e vivere il paesaggio, che riparte, placido e rassicurante, come il movimento di greggi e bovini, accompagnato dall’eco dei campanacci nella natura incontaminata.
L’iniziativa-evento non è legata soltanto a Expo. L’imprinting del viaggio lungo i tratturi gode pure della supervisione dell’Unesco (nel luglio 2013 è stata ufficializzata in Molise la candidatura a Patrimonio sia materiale sia immateriale dell’Umanità) e dell’interesse dell Onu. Dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è infatti l’ultimo importante riconoscimento di questa intatta manifestazione della civiltà agro-pastorale. Due mesi fa, nella “Terza Conferenza Internazionale per contrastare la desertificazione”, che si è svolta Cancun, in Messico, la pastorizia transumante è stata ‘certificata’ come la più efficace forma di allevamento per migliorare la biodiversità del pascolo, ridurre la CO2 e sostenere la conservazione dei grandi spazi naturali non antropizzati. Di qui l’appello dell’Onu ai Governi mondiali a investire per rafforzare la pastorizia perché ritenuta «molto più in accordo con gli obiettivi della green economy di tanti altri metodi moderni di allevamento» link data di riferimento: http://www.pascolitoscani.it/uncategorized/onu-la-pastorizia-unattivita-ecologica-da-tutelare-nel-mondo/ .
Una risorsa primaria, dunque, che può dare impulso allo sviluppo economico, agricolo, ambientale e turistico delle terre molisane e di tutto il pianeta, stimolando un turismo slow e di qualità che possa apprezzare e ‘sperimentare’ le peculiarità, la salubrità e la bellezza dei paesaggi molisani e del Sud Italia. E anche un evento che si ripete da centinaia di anni (da dieci nella nuova veste) con lo scopo di spingere le istituzioni a conservare, tutelare e rivitalizzare quel patrimonio storico, archeologico, antropologico e naturalistico di valore inestimabile che è la civiltà della Transumanza.
Dal 25 maggio il viaggio riprende sulle vie sterrate, integre, nella loro originaria bellezza e larghezza. Vie che, attraverso il passato, guardano al futuro sviluppo sostenibile di un pianeta realmente orientato a seguire il percorso del ‘vivere con cura’.