«Attivato centro prelievo tamponi ad Agnone. Uniti contro il Covid 19». Così il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, a commento dell’attivazione, appunto, del punto prelievi per i tamponi nella città di Agnone, grazie ad un locale comunale messo a disposizione dall’amministrazione in località Tiro a Segno. E fin qui tutto bene, ma lo slogan «Uniti contro il Covid 19» non è proprio il massimo che Florenzano potesse partorire. E spieghiamo il perché.
I fatti sono questi: dopo quaranta giorni attesa e una serie infinita di telefonate e di pressing a mezzo stampa, l’Asrem si è finalmente accorta che forse per gli agnonesi e i residenti nell’Alto Molise era troppo disagevole andare a fare un tampone fino a Venafro o a Campobasso. Tra l’altro, oltre al disagio, quella modalità “itinerante” era un non senso anche dal punto di vista del contenimento dell’epidemia: si costringevano persone potenzialmente positive e dunque contagiose a spostarsi in lungo e in largo in Molise.
Dopo quaranta giorni, tuttavia, l’Asrem ha dato l’ok e finalmente da qualche giorno i tamponi per la ricerca del Covid vengono effettuati anche ad Agnone. L’uomo qualunque, che magari vive al di là del confine, quindi in Abruzzo, nell’Alto Vastese, pensa: «Finalmente posso andare anche io ad Agnone, venti minuti di viaggio da Castiglione Messer Marino o Schiavi di Abruzzo, senza dover fare cento chilometri per raggiungere i drive-in di Atessa o Gissi». Perché è vero che Agnone è fuori regione, ma la lotta alla pandemia è globale e un servizio di screening e prevenzione a due passi da casa, anche se oltre un confine amministrativo regionale e provinciale, è una buona opportunità da sfruttare proprio nell’ottica della diagnosi tempestiva e del contenimento della circolazione del virus. Le cose ovvie, tuttavia, non piacciono ai burocrati, quelli con stipendi annui a sei cifre pagati con il denaro pubblico.
Per scongiurare fraintendimenti abbiamo chiesto direttamente alla fonte, al direttore generale dell’Asrem, l’avvocato Oreste Florenzano. Una domanda secca e semplice: i residenti in Abruzzo, quelli dei centri montani dell’Alto Vastese, possono usufruire del centro tamponi Covid di Agnone?
«Il centro prelievo tamponi funziona così: non è che le persone si presentano lì sul posto e vengono sottoposte a tampone. I pazienti vengono segnalati dai medici e pediatri di libera scelta, valutati dal Dipartimento di prevenzione che stila l’elenco delle persone da sottoporre a tampone. Ogni giorno viene inviato questo elenco delle persone da sottoporre a tampone e quindi il tampone viene effettuato, nei vari centri di prelievo, solo su quelle persone indicate. E’ quindi è un servizio Asrem che si attiva su segnalazione del medico curante e sulla base di elenchi predisposti dal Dipartimento di prevenzione, l’unico ente abilitato a decidere chi debba essere sottoposto a tampone».
E fin qui nulla di nuovo, cose ovvie e risapute; riformuliamo dunque la domanda, sperando in una risposta più esaustiva: con una richiesta del medico curante un abruzzese può accedere a quel servizio attivo ad Agnone oppure no?
«Ripeto: la richiesta va fatta dal medico curante al Dipartimento di prevenzione. Per chi è residente in Abruzzo funziona alla stessa maniera: il medico curante contatta il Dipartimento di prevenzione della Asl abruzzese».
Più chiaro, nella seconda risposta, il direttore Florenzano. In sintesi è un «no». E in chiusura il top manager aggiunge: «I medici curanti sono quelli che stanno sul territorio e come ce ne sono in Abruzzo così ce ne sono in Molise e ogni medico ha l’obbligo di segnalare al Dipartimento di prevenzione della regione o della Asl di appartenenza la necessità di effettuare il tampone. Poiché il punto prelievi di Agnone è situato in Molise, dipendente quindi dall’Asrem, lì vengono inviati a fare il tampone le persone che vengono segnalate dai medici che operano in Molise al nostro Dipartimento di prevenzione».
Insomma, tamponi e buoi dei paesi tuoi. Potremmo parafrasare così un vecchio adagio. Il Molise fa prevenzione e screening ai soli molisani, l’Abruzzo agli abruzzesi, perché in fin dei conti “i panni sporchi si lavano in casa“, tanto per abusare di un altro detto popolare. Alla faccia dell’«uniti contro il Covid» di Florenzano, dunque, il confine tra Alto Vastese e Alto Molise è invalicabile per quanto riguarda i servizi sanitari e di prevenzione. Un paradosso se si pensa che fino a qualche settimana fa si cianciava di accordi di confine proprio in materia di sanità.
E così, buon per loro, gli altomolisani potranno beneficiare del centro tamponi ad Agnone, mentre i residenti nell’Alto Vastese dovranno continuare a fare i famosi cento chilometri per raggiungere i drive in di Gissi o Atessa. Perché, per ragioni che sfuggono alla più elementare logica, presso il distretto sanitario di base di Castiglione Messer Marino la Asl competente, quella guidata dall’omologo di Florenzano, tale Thomas Schael, non ha ancora predisposto un banalissimo centro di raccolta tamponi.
Francesco Bottone