«Il mio “calvario” iniziato con il rifiuto da parte dell’ospedale di Agnone, ha trovato termine quando sono stato accolto nel reparto di Dialisi dell’ospedale “Veneziale” di Isernia. Sia pure con il personale ridotto, la struttura di cui è responsabile il dottor Venditti, coadiuvato dai colleghi Mastrovita e De Stefano, è riuscita ad assicurare le prestazioni di cui necessitavo dal giorno 17 agosto al due settembre prossimo. Un eloquente esempio di professionalità, di attaccamento al lavoro».
E’ quanto dichiara alla stampa Orazio La Rocca, paziente in dialisi che vive fuori regione, ma torna abitualmente in Alto Molise, precisamente a Poggio Sannita, per trascorrere un periodo di tranquillità nel paese natio. Il suo problema di saluto, tuttavia, rischia seriamente di impedirgli di tornare nel luogo dove è nato e al quale è affezionato. Il motivo è che l’ospedale “Caracciolo” di Agnone, il servizio dialisi, non accetta pazienti provenienti dall’esterno e da fuori regione, salvo quelli già in cura che durante tutto l’anno effettuano il servizio salva vita della dialisi appunto. Un problema noto da tempo, che si presentano abitualmente tutti gli anni, e rispetto al quale né Asrem né l’amministrazione comunale di Agnone riescono a trovare una soluzione. La carenza di personale infermieristico impedisce, secondo quanto riferiscono i pazienti, al centro dialisi dell’ospedale di Agnone di accettare pazienti extra. Motivi di sicurezza probabilmente, certo è che in molti rinunciano a passare le vacanze in Alto Molise perché non saprebbero dove effettuare una dialisi.
Il paziente di Poggio Sannita, tutto sommato, è stato fortunato, perché per salvarsi la vita deve arrivare solo fino ad Isernia, un paio di volte alla settimana. Poggio Sannita è a dieci minuti da Agnone, ma il “Caracciolo”, nonostante le promesse di Saia e del suo assessore alla sanità, resta off limits. Non resta che prendere l’auto o pagare un autista per arrivare fino al “Veneziale” dove i pazienti non vengono messi alla porta, ma accettati e dializzati.
«È noto a tutti che il nostro servizio sanitario nazionale soffre di parecchi problemi, – riprende Orazio La Rocca nel suo racconto, che è anche uno sfogo – il principale dei quali è senza dubbio la ormai cronica mancanza di personale, sia medico che infermieristico. Nella nostra realtà alto molisana ha fatto notizia l’impossibilità di usufruire della Dialisi nel reparto dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone da parte dei non residenti. Ho più volte denunciato questa vera e propria stortura, a cui nessuno ha saputo nel corso di questa estate porre rimedio. Mancanza di personale infermieristico, questa la ragione della mancata prestazione che mi ha impedito di soggiornare a Poggio Sannita a partire dall’inizio del mese di luglio».
Ora al “Veneziale” hanno dato disponibilità e dunque La Rocca ha potuto raggiungere la sua Caccavone con relativa serenità. «Per fortuna, però, – riprende il paziente – a volte la buona volontà e la professionalità sono in grado di alleviare le sofferenze di chi si rivolge per necessità alle strutture sanitarie pubbliche. Così è stato questa volta e pertanto mi corre l’obbligo di rendere il dovuto ringraziamento a chi mi ha consentito di ricevere le prestazioni occorrenti».
«Anziché arrendersi alla oramai generalizzata tendenza al lamento, – chiude La Rocca – i sanitari operano avendo come unico ed insostituibile fine il bene di chi si rivolge alla struttura. Segnalo tutto ciò, non soltanto per tributare un doveroso ringraziamento ai sopra citati, ma soprattutto per rendere edotto chi di dovere sul fatto che esistono anche nella sanità molisana esempi di virtuosa operosità».