Amministratori, cittadini, imprenditori, operatori economici: secondo sit in per salvare la Fresilia, per segnalare la necessità della messa in sicurezza, per sensibilizzare le Istituzioni sull’importanza del suo completamento e quindi sul rischio grosso che tutti vogliono scongiurare e che purtroppo si paventa come concreto: la riprogrammazione dei fondi, quaranta milioni di euro che se non verranno impegnati entro la fine del 2022 dovranno giocoforza essere spostati su altre opere. Nell’area del santuario di Madonna del Piano, nonostante le temperature rigide, venerdì scorso, decine di persone a vario titolo coinvolte dalla realizzazione dell’arteria e dalla messa in sicurezza del tratto già realizzato, hanno manifestato con la propria presenza l’attenzione verso l’infrastruttura.
Ed è Nicola Messere che, a nome del Comitato spontaneo, invita le Istituzioni «a rimuovere ogni ‘cavillo’ che potrebbe impedire il completamento della ‘Fresilia’. Il Medio Molise – ha commentato Messere – è stato sempre considerato figlio di un Dio minore. Se ancora una volta si sacrificherà lo sviluppo di questa area interna insieme alla possibilità di avere un collegamento stradale importante per questa regione a favore di altre aree evidentemente più appetibili politicamente, si darà il colpo ferale alle comunità di quest’area. Ricordo a me stesso che lo sviluppo economico non ha colore politico, quindi tutti facciano la loro parte per scongiurare tale sciagura».
Medio Molise ma non solo: il terzo lotto, come è ormai cosa nota, attraversa l’area dell’alto Molise, partendo da Civitanova. Si parla del progetto, ovviamente: su carta l’arteria esiste, si snoda fino a Sprondasino, congiunge Trignina e Bifernina, arriva fin sulla costa. Sulla carta, appunto. Nei fatti i vincoli ambientali e paesaggistici che avrebbero dovuto essere rimossi, sono ancora lì. E sono la spada di Damocle che pende sulla concretizzazione del progetto.
Lo ha confermato il presidente Donato Toma, ai microfoni di Teleregione. «L’ente attuatore è la Provincia – ha spiegato il governatore – e quello che doveva fare la Regione, in sede di programmazione 14-20, lo ha fatto. Io non so perché e non so come, ma lo vedremo – ha detto ancora il presidente della Regione – è stato approvato un progetto con due vincoli paesaggistici. Uno della Regione Molise, la cui rimozione richiede un iter legislativo e l’altro invece della Soprintendenza che ha già dato risposta negativa alla Provincia». L’iter è lungo e non è detto che poi vada come tutti sperano: i comuni di Duronia e Bagnoli del Trigno dovrebbero modificare i propri piani paesaggistici, le due deliberazioni consiliari dovrebbero arrivare in Consiglio regionale, essere esaminate dalla commissione competente (la Terza), poi arrivare in Aula e essere approvate. Non solo. «Al 31 dicembre – ha tuonato Toma – se non si appalta l’opera, i soldi si perdono: quei 40 milioni noi li dovremo definanziare e rifinanzieremo strade, nell’alto Molise» ha promesso il numero uno di via Genova.
I sindaci, gli amministratori dell’alto e medio Molise, gli operatori commerciali, gli imprenditori non intendono mollare. Ancora in agenda la richiesta di incontrare Toma e Ricci, di avviare un tavolo tecnico per cercare una soluzione. Nelle scorse ore anche l’ex presidente Iorio ha proposto due exit strategy: la nomina di un commissario oppure l’inserimento della Fresilia fra le procedure urgenti del Pnrr. Proposte cadute al momento nel vuoto. La Sp 59 sembra destinata a restare arteria strategica. Solo su carta.
da PrimopianoMolise