CELENZA SUL TRIGNO – Si è tenuta ugualmente, nonostante il divieto della Questura, la manifestazione di protesta dei cittadini di Celenza sul Trigno e dell’Alto Vastese contro la soppressione della guardia medica e i tagli ai servizi.
Per via del divieto i manifestanti, accorsi non solo da Celenza, ma anche da Torrebruna e Guardiabruna, hanno dovuto accontentarsi di una strada adiacente la Trignina, un’arteria comunale. L’idea iniziale era quella di bloccare, per un breve periodo, la fondovalle Trigno, per creare un minimo di disagio, per far capire come ci si sente quando viene tagliato un servizio, ma dalla Questura è arrivato l’alt. Per non meglio precisati motivi di sicurezza. A far rispettare il divieto delle autorità di pubblica sicurezza una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Celenza e il personale dell’Anas.
Nessun problema, comunque, perché la manifestazione, festosa e incazzata allo stesso tempo, si è svolta regolarmente, sia pure sulla strada limitrofa, senza dunque intralciare il traffico sulla Ss 650. Striscioni e manifesti sono stati esposti al bordo della fondovalle Trigno.
«L’Alto Vastese ignorato dalla politica», «Pari tasse, pari diritti», «Vogliamo rispetto», «Non siamo cittadini di serie B», «Anche l’Alto Vastese è Abruzzo», «La salute è un diritto di tutti» e tanti altri slogan per gridare il proprio disappunto contro una politica che penalizza, con i tagli ai servizi essenziali, una zona montana già notoriamente depressa e marginale.
Tra i presenti il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, e alcuni assessori e consiglieri in carica, l’assessore comunale di Torrebruna, Franco Preta, il candidato alle europee Antonio Turdò, il candidato alla regione del M5S, Tiziano Torzi, e per una fugace apparizione, prima di essere esplicitamente invitato ad andarsene, il candidato alle regionali del Pd, Domenico Molino. E ancora il candidato sindaco di centrodestra di Torrebruna, Placido Pelliccia, e alcuni rappresentanti del Cat di Torrebruna e candidati alle amministrative, come Luigi D’Ettore e Denise Marianacci.
Molte, invece, le assenze, a cominciare da quelle dei sindaci dell’Alto Vastese. Dove stavano il sindaco di San Giovanni Lipioni, Aurore Rossi, o di Castelguidone, Donato Sabatino, ad esempio? Paesi piccoli che hanno subito il taglio della guardia medica. Possibile che non hanno avvertito la necessità di essere presenti o comunque di inviare un delegato, un assessore, un consigliere, un rappresentante?
Intervenendo per un breve discorso, il sindaco di Celenza ha rimarcato questa mancanza di unità tra i vari comuni dell’Alto Vastese. «Uniti si vince e si conta di più, – ha detto Venosini – divisi siamo tutti più deboli e non abbiamo voce in capitolo rispetto alle altre istituzioni».
Una considerazione ovvia, quasi scontata, che però sembra non entrare nella testa agli altri amministratori (o presunti tali) di zona.
Difendere la guardia medica o il 118 o pretendere un medico a bordo dell’ambulanza o chiedere strade degne di questo nome al posto delle mulattiere attuali, non è un problema solo di Celenza e di Torrebruna, ma di tutto il comprensorio montano del Vastese. Perché la scure dei tagli ai servizi che si è abbattuta oggi su Celenza, si abbatterà domani su altri Comuni. E’ solo questione di tempo.
Ma da Celenza, oggi, il segnale è arrivato: i cittadini tornano nelle piazze, riprendono in mano la battaglia politica, senza intermediari, fregandosene dei colori politici.
Ed è solo l’inizio della battaglia, come ha detto nel suo intervento l’organizzatore Claudio Spalletta.
Il Terremoto civico è appena iniziato.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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