Stagione venatoria 2019/2020 verso la chiusura, il consigliere e vice capogruppo regionale del Pd, Dino Pepe, già assessore alla Caccia nella giunta di centrosinistra, traccia un bilancio della gestione faunistico venatoria condotta dall’assessore al ramo, Emanuele Imprudente, definendola «la peggiore che l’Abruzzo ricordi».
«Già prima dell’avvio della stagione della caccia e dopo l’ennesima bocciatura del TAR Abruzzo alle varie proposte di Calendario Venatorio avevo denunciato, con forza, la gestione superficiale e a dir poco fallimentare operata, in questo come in altri campi, dall’attuale Giunta regionale di centrodestra. – dichiara Pepe – Oggi, a distanza di quasi un anno dal suo insediamento, la mia opinione non cambia, ma nel frattempo è cambiata quella di molti cacciatori che non hanno visto nulla di quanto promesso loro dal centrodestra in campagna elettorale. Dal Calendario Venatorio, il peggiore della storia abruzzese, a cominciare dall’apertura a partire solo dal mese di ottobre, malgrado le fallaci promesse ai cacciatori dalla Giunta Marsilio che si è vista bocciare dal TAR Abruzzo l’unico provvedimento in materia di caccia emesso dall’Assessore Imprudente. Sono stati tantissimi i cacciatori abruzzesi che nel corso di questi ultimi mesi hanno segnalato le tante incongruenze contenute in questo fondamentale documento mostrando sconforto per l’evidente peggioramento rispetto al passato. I cacciatori infatti sono rimasti per tutto il mese di settembre in attesa della riapertura della caccia, per di più con l’impossibilità di addestrare i propri cani e l’assoluta incertezza sulla data definitiva di apertura, ingenerata dall’assenza totale di informazioni verso l’utenza. I più penalizzati da questa gestione “dilettantesca” di questo delicato campo sono stati proprio i cacciatori cinofili – rincara la dose Dino Pepe – infatti l’addestramento dei cani è stato ristretto ad un solo mese antecedente l’apertura, settembre appunto, ma l’attività è stata comunque irrealizzabile visto che il calendario in detto mese era stato sospeso in attesa dell’imminente giudizio del TAR. La situazione generata da questa serie di macroscopici errori del centrodestra abruzzese è diventa poi paradossale a seguito dell’apertura, anzi direi “kafkiana” se si considera che un cacciatore che fosse uscito col proprio cane, ma senza fucile, avrebbe commesso un’infrazione al Calendario per addestramento cani, sanzionabile con una multa fino a 250 euro, mentre se avesse portato con sé il fucile no. Quasi tutte le specie hanno subito poi un restringimento dei periodi cacciabili, di cui alcuni solo nella data di apertura, come lepre, quaglia, merlo e corvidi, altri in quella di chiusura, come beccaccia e beccaccini ed altri ancora sia nella data di apertura che di chiusura, come tortora e fagiano. Insomma una notevole riduzione complessiva di giornate di caccia, che era poi l’esatto opposto di quello promesso dalla politica di centro destra abruzzese che oggi ha la maggioranza in Emiciclo. Ma la vera ciliegina sulla torta portata in tavola, come dono natalizio dalla Giunta Marsilio ai cacciatori, è stata sicuramente il probabile innalzamento della quota che i cacciatori devono pagare annualmente agli ATC che è inspiegabilmente lievitata, triplicandosi dagli attuali 60 euro fino ad un massimo di 173 euro. – sottolinea il Vice Capogruppo del Pd in Consiglio Regionale – Si tratta di un provvedimento totalmente inatteso, oltreché immotivato perché emesso senza una programmazione che ne giustifichi l’aumento, ma quel che è più grave, elitario, soprattutto in un periodo economico non propriamente felice per il nostro Paese, che costringerà molti cacciatori a non rinnovare più la licenza. Altra cosa che desta rabbia è che la quota è stata innalzata per tutti i cacciatori senza fare alcuna distinzione tra le varie tipologie, cinghialai, migratoristi e lepraioli, senza cioè tenere conto delle spese di gestione faunistica che ciascuna attività richiede. Infine, come se non bastasse, la Giunta Marsilio ha visto bene di “affossare” il nuovo Piano Faunistico Venatorio approvato dalla precedente Giunta e pubblicato nel mese di febbraio 2019 – ribadisce Pepe – Se consideriamo che il mancato rinnovo del Piano è la principale delle cause dei ricorsi delle associazioni ambientaliste e delle rispettive sentenze di sospensiva da parte del TAR al Calendario, possiamo già immaginare cosa accadrà nella prossima stagione venatoria in Abruzzo. Sul fronte dell’emergenza fauna selvatica, all’indomani della sua nomina, l’Assessore Emanuele Imprudente aveva annunciato agli agricoltori un sostanziale cambio di passo, ma da allora ad oggi, oltre ad indebolire il piano di controllo del cinghiale varato dalla Giunta precedente, oggi fermo, non solo nulla è stato fatto, ma nulla è stato ancora programmato e ad oggi purtroppo la caccia al cinghiale è completamente ferma. Mi auguro – conclude Dino Pepe con un auspicio – che la Giunta Marsilio cominci ad affrontare, come promesso in campagna elettorale, le problematiche legate alla caccia ed alla fauna selvatica, in maniera seria, concreta e soprattutto programmatica, già solo portando avanti quanto era stato avviato dalla precedente Giunta, ad esempio con il Piano Faunistico Regionale, con il controllo del cinghiale che tanti danni ha causato nel teramano, con la filiera delle carni, con l’Osservatorio Faunistico, ecc.. Dopo questa deludente prova di totale disinteresse alla materia dell’Assessore Imprudente, e nell’interesse del mondo della caccia, mi auguro una svolta a 360°, sia che essa riprenda il percorso virtuoso da noi tracciato sia che segua un’altra strada, ma stavolta corretta, purché si faccia finalmente qualcosa di concreto… ovvero quello che stanno tutti aspettando».