AGNONE – Attivazione immediata di posti di rianimazione presso l’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone, per far fronte all’emergenza Covid19. E’ quanto mette nero su bianco il sindaco di Agnone, Lorenzo Marcovecchio, in quarantena volontaria non si sa bene dove (ma ovviamente sono fatti suoi, ci mancherebbe, ndr), dopo aver fatto rientro da una non meglio precisata località del Nord Italia.
Il primo cittadino ha preso carta e penna e ha siglato una richiesta indirizzata al premier Conte, al ministro della Sanità, Speranza, e al ministro dell’Interno, la prefettessa Lamorgese, oltre che ovviamente al Governatore del Molise e ai vertici aziendali dell’Asrem.
«In questi momenti di profonda tensione e di emergenza soprattutto sanitaria, ci sentiamo in dovere di rappresentare quanto segue. – inizia il sindaco in quarantena volontaria – Nel Comune da noi amministrato esiste e resiste un ospedale che, sebbene depotenziato, sebbene mortificato, sebbene ridotto all’osso, garantisce ed offre quel diritto alla salute, mai come adesso sacro ed inviolabile, ad una Comunità che varca i confini regionali.
Senza dilungarci con storie ed aneddoti dei tempi che furono e senza rivendicare colpe e meriti in questi lustri trascorsi, nel giorno in cui la Regione Lombardia si appresta a valutare la riconversione di un ex capannone industriale a struttura sanitaria, non possiamo non implorarvi di tenere in considerazione il “San Francesco Caracciolo ” dotandolo di posti di rianimazione tanto rari e tanto utili in questo periodo».
Tra l’altro, è opportuno ricordarlo, in una circolare del 4 marzo 2020 inviata dal Ministero della Salute, il direttore generale Andrea Urbani suggeriva e raccomandava di «individuare una o più strutture o stabilimenti ospedalieri da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid – 19». Raccomandazione ignorata, almeno qui in Molise. Una proposta, quella di riconvertire l’ospedale di area disagiata di Agnone in una struttura per la gestione dell’emergenza epidemica in corso, lanciata proprio su queste colonne nei giorni scorsi. Il sindaco in realtà non sposa quella proposta, non vuole un “lazzaretto” in città, ma sollecita le massime autorità a potenziare i reparti ospedalieri dotandoli di posti di rianimazione. Certamente per rispondere all’eventuale emergenza sul territorio, visto che un primo contagio è segnalato appena al di là del confine a Castel di Sangro, ma anche per decongestionare gli ospedali più grandi, dove oltre alla gestione dei pazienti contagiati da Covid19 devono essere garantite e assicurate anche le altre attività sanitarie e cliniche, almeno quelle non differibili.
«Non solo la nostra popolazione, composta in prevalenza da anziani, ma tutta la Regione Molise potrebbe beneficiarne soprattutto ora che gli spostamenti sono stati ulteriormente ridotti. – aggiunge in chiusura il sindaco Marcovecchio – Facciamo presto. Il tempo, purtroppo, è una variabile non gestibile e oltremodo preziosa».
Francesco Bottone