Alla vigilia del tanto atteso 3 giugno, che sancisce il passaggio pieno alla fase 2 dell’emergenza Coronavirus con le probabili ulteriori riaperture, in provincia di Chieti si fa il punto alla luce dei dati raccolti dal Dipartimento Prevenzione della Asl. I numeri fotografano il fenomeno e parlano in tutto di 800 casi di positività accertata a carico di persone residenti nei Comuni della provincia, 536 dei quali a oggi sono i guariti: tra quanti permangono malati, 82 sono ricoverati in ospedale, ad Atessa (che dall’11 aprile in tutto ne ha accolti 92) e nel solo reparto di Malattie Infettive a Chieti.
Il Policlinico, infatti, è tornato finalmente “Covid free” e dedicato alle attività specialistiche e ordinarie. Sono inoltre 82 i pazienti seguiti a domicilio, tra cui il consistente gruppo di contagiati scoperti a Vasto nelle ultime settimane. Purtroppo la provincia di Chieti piange 100 deceduti per Coronavirus, un numero sicuramente rilevante.
Ma sono ben più ampi i volumi dell’attività portata avanti in questi mesi dal Dipartimento Prevenzione, diretto da Giuseppe Torzi, che, dopo aver ricostruito la catena epidemiologica generata dai casi positivi accertati, ha posto in isolamento domiciliare sotto sorveglianza attiva 2.115 persone in quanto contatti stretti dei contagiati e altri 1.824 cittadini rientrati dall’estero e dalle zone rosse. Tutti sono stati tenuti sotto controllo, compresi i malati paucisintomatici rimasti nel loro domicilio, attraverso telefonate fatte quotidianamente dalle operatrici sanitarie e con Sm@rtAlert, un sistema di monitoraggio digitale che raccoglie due volte al giorno i parametri rilevati (febbre, tosse, difficoltà respiratorie evidenziate dai saturimetri consegnati) e gestisce eventuali anomalie attivando con avvisi il team di cura.
Com’è noto, sul territorio sono state istituite cinque Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale che operano in sinergia con i medici di medicina generale e si recano al domicilio del paziente per esami di controllo eseguiti grazie agli strumenti di diagnostica portatili wireless che trasmettono immagini e dati all’ospedale di Chieti per una valutazione specialistica.
Finora sono stati eseguiti 16.538 tamponi.
La pandemia, dunque, ha messo a dura prova l’organizzazione Asl, impegnata sia sul fronte ospedaliero sia territoriale. Su quest’ultimo si sposta ora l’attenzione, perché nella fase 2 diventa importante identificare tempestivamente i mini focolai che potranno accendersi: «A fronte di un rischio di contagio ridotto diventa fondamentale scovare nuovi casi di positività e isolarli – sottolinea il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael -. Seguiamo la logica delle “tre T”, testare, tracciare, trattare, con attività di sorveglianza riferita in special modo ai luoghi di vita comunitaria, quali Rsa e case di riposo, dove anziani e personale sono sottoposti in questi giorni a tampone, istituzioni pubbliche e con un progetto riferito alle zone industriali. Proprio su queste ultime siamo impegnati con l’assessore alle Attività produttive della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, a mettere a punto un programma che ci consenta di preservare condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro intercettando tempestivamente eventuali casi di positività. Ma, in generale, è importante che i cittadini prestino una collaborazione attiva in questa fase, seguendo le poche ed elementari regole che mettono al sicuro la nostra salute e quella degli altri. Una raccomandazione che vale ancor più in un momento nel quale siamo tornati ad avere contatti sociali e la prudenza è necessaria, così come è fondamentale, alla comparsa di eventuali sintomi, contattare il proprio medico oppure il numero verde Asl 800860146».