Martedì 23 giugno, domani, sotto la sede del Consiglio regionale a Campobasso, intorno alle ore 10, si terrà una manifestazione dei Comitati e dei Liberi Cittadini per la Sanità pubblica. E per l’occasione don Martino, novello condottiero dei crociati, lancia una sorta chiamata alle armi per tutti gli agnonesi: «Domani, al primo punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale, c’è un’importante mozione di indirizzo alla Giunta e ai commissari per il nuovo Piano operativo sanitario in osservazione a Roma. Con la mozione si impegna l’esecutivo regionale a concretizzare gli Accordi di Confine per il “Caracciolo” e a configurarlo con tutti i servizi in un vero Ospedale di Area Disagiata. Data l’importanza della cosa, invito i cittadini, le associazioni, i sindaci di Alto Molise e Alto Vastese ad essere presenti per fare pressione sul Consiglio regionale affinché la mozione passi: garantire la sanità pubblica ai cittadini, non è né di destra, né di sinistra, ma è compito di tutti».
Così don Francesco Martino, già cappellano ospedaliero al “Caracciolo”, da sempre in trincea per la difesa dell’ospedale cittadino, che ha preso parte, nei giorni scorsi, ad una sorta di comizio in piazza ad Agnone insieme al sindacalista agnonese Andrea Di Paolo e alla portavoce del comitato “Il Cittadino c’è”, Enrica Sciullo. Motivo della pre-manifestazione ad Agnone il tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica in vista della più grande manifestazione in programma domattina a Campobasso. Una sorta di chiamata alle armi, appunto, per gli agnonesi, che solitamente non sono troppo combattivi.
«Due mozioni per l’ospedale “Caracciolo” e gli accordi di confine approdano finalmente in Consiglio regionale e saranno discusse domani. – riprende don Martino – Chiediamo determinazioni chiare per cominciare a cambiare le cose nei programmi operativi. Se noi cittadini altomolisani ci disinteressiamo della lotta per la sanità pubblica temo che gradualmente chiuderanno i piccoli ospedali a tutto vantaggio della sanità privata. Questo è quello che sta già succedendo».
«Dobbiamo esercitare pressione come cittadini, perché anche l’Asrem e la Regione diano risposte al territorio, assicurino personale in Alto Molise e il mantenimento dei servizi sanitari. – ha continuato don Francesco – Quello che sta succedendo è incredibile: la politica regionale resta con le mani conserte e non risolve i problemi della sanità pubblica, per arrivare quindi alla chiusura degli ospedali come ad esempio il “Caracciolo”. Sembra che a livello centrale, Governo e Ministero, abbiano capito, anche grazie alla pandemia, che i piccoli ospedali possono essere utili. Si parla finalmente di ripristinare la rete periferica degli ospedali, con nuove dotazioni finanziarie per la sanità sul territorio. Il Governo e il Ministero sono pronti a investire sugli ospedali periferici e sull’assistenza territoriale capillare, ma questo in Regione Molise pare non lo abbiano ancora capito, né in seno all’Asrem. Qui ad Agnone serve un vero ospedale, con personale regolarmente assunto, in grado di garantire servizi all’utenza, non un ospedale chiamato sulla carta di area disagiata, ma con niente dentro e di fatto dismesso.
Solo così avremo speranza per il futuro di questa zona e per le giovani generazioni. Un ospedale funzionante è una garanzia per tutti gli altri comparti, dal turismo alle attività produttive. E quindi domani mattina, alle ore 7,30 da Piazza Unità d’Italia, partiremo, con le auto private, per andare a manifestare a Campobasso mentre verranno discussi in Consiglio regionale gli indirizzi e le mozioni per il piano sanitario. Ci sono due mozioni, una del Pd e una del Movimento 5 Stelle specifiche sul “Caracciolo” di Agnone. Dobbiamo fare pressione sulla maggioranza, che è inerme e suddita dei poteri forti, e contribuire a far passare queste mozioni».