Il segretario Nicola Zingaretti spinge per il “si”, l’agnonese Caterina Cerroni farà votare “no” al referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Se non è uno strappo poco ci manca. Sicuramente si tratta di un braccio di ferro, una prova di forza tra la segreteria nazionale e i Giovani democratici guidati, a livello nazionale, dalla esponente politica originaria di Agnone, leader con sempre più consenso della Scuola della Disobbedienza, l’hashtag lanciato nelle scorse settimane.
«Il dibattito sul taglio del numero dei parlamentari si sta giustamente accendendo e desidero tornare sulla questione dopo aver proposto alcuni giorni fa la necessità di una consultazione interna ai Giovani Democratici per assumere una decisione forte e chiara. – spiega Caterina Cerroni – I GD devono avvertire come un dovere l’assunzione di una linea comune per tutta l’organizzazione senza distinguo o facili ipocrisie. Per raggiungere questo obiettivo io ho suggerito la strada che meglio conosco: ascolto, confronto e condivisione. Sono infatti assolutamente convinta che sulle sfide importanti le grandi organizzazioni debbano schierarsi e non ci si possa nascondere dietro posizioni individuali magari scappando da un impegno collettivo, che è inevitabilmente più delicato e faticoso da costruire. Io personalmente voterò NO, perché si indebolisce il Parlamento senza correggere i limiti del bicameralismo paritario, perché si vota su un taglio lineare che nasconde l’idea che meno parlamentari siano un bene in sé, perché è offensivo sostenere le ragioni di una minore rappresentanza per avere un risparmio irrisorio sul bilancio dello Stato».
Una posizione personale, dunque, quella di Caterina Cerroni, che è comunque segretaria nazionale dei Giovani democratici, ma che sta facendo breccia e raccogliendo consenso nelle varie regioni a partire da quelle del centro sud.
«Dobbiamo opporci a uno svuotamento progressivo della rappresentanza e della nostra democrazia, cercando di invertire la rotta e rifiutandoci di inseguire altri su questi temi. – aggiunge, secca e decisa, la segretaria Cerroni – Dopo l’abolizione del finanziamento pubblico i partiti e il nostro sistema politico sono più solidi e legittimati? Io dico di no. Dopo la diminuzione secca del numero dei parlamentari l’Italia sarà un Paese più efficiente e con istituzioni più forti? Io dico di no».
Chiarissima, dunque, la posizione della segretaria disobbediente. Un tempo c’era, a sinistra, la “disciplina di partito”, oggi spiega le sue ali la Scuola della Disobbedienza. Zingaretti se ne faccia una ragione.