Riattivare immediatamente il controllo dei cinghiali o qualsiasi altra forma di prelievo venatorio a tutela delle colture agricole. E’ la richiesta, urgente e accorata, fatta al vicepresidente della Regione Abruzzo e assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente, dal presidente regionale della Cia Abruzzo, Mauro Di Zio. Una richiesta che assume un significato ancor più forte perché siglata alla vigilia dell’entrata dell’Abruzzo in zona rossa. La caccia al cinghiale è di fatto stata bloccata dall’introduzione della zona rossa e quindi nessuna forma di prelievo è al momento possibile. Considerazione questa che sta preoccupando fortemente gli agricoltori. In altre zone rosse d’Italia la caccia selettiva agli ungulati non si ferma affatto, perché ritenuta troppo importante.
«Gentilissimo Vice Presidente, la drammatica situazione nelle campagne a causa della presenza abnorme di fauna selvatica, cinghiali in particolare, rischia la totale degenerazione se non saranno garantite le attività di controllo messe in atto dalla Polizia provinciale, dagli operatori faunistici e dai proprietari e conduttori di fondi abilitati. – scrive Di Zio – I campi appena seminati vengono immediatamente danneggiati e, saranno sempre di più gli agricoltori esasperati che rinunceranno al secondo o terzo intervento di semina sullo stresso appezzamento. È di vitale importanza – aggiunge il presidente della Cia – proseguire con le operazioni di controllo, ma anche rendere possibile, disciplinandola in un’ottica di compatibilità con l’emergenza sanitaria in atto, l’attività di prelievo venatorio e qualsiasi altra forma di contenimento utile a fronteggiare la situazione. Sono di vitale importanza interventi immediatamente risolutivi. Il mondo agricolo ne ha assoluto bisogno e non può più aspettare».