«Abbiamo una situazione precaria e un ospedale in cui manca personale. Tutto questo genera un senso di preoccupazione estremo». Enrica Sciullo, assessora alle Politiche Sociali, infermiera, non ha usato giri di parole per denunciare, ancora una volta, la situazione del “Caracciolo” di Agnone. Carenza di personale, la cronica carenza di personale, causata proprio da chi quel personale dovrebbe trovarlo e assumerlo, stabilizzandolo con contratti a tempo indeterminato.
Lo ha ricordato, nei giorni scorsi, anche il vicesindaco e medico Giovanni Di Nucci: continui pensionamenti di medici, infermieri e personale, sistematicamente non rimpiazzati, forse per creare ad arte l’alibi per poter chiudere servizi, uffici, reparti.
«Il presente sanitario di Agnone, cioè la carenza di personale che mette a rischio la permanenza dei servizi, potrebbe essere il futuro di Isernia o di Termoli. – ha spiegato l’assessore Sciullo – Non è una questione di numeri, ma una questione di dignità e diritti». Il diritto alla salute e alle cure mediche non può rispondere alla logica dei numeri. Un qualsiasi diritto, per definizione, esula da considerazioni numeriche e contabili, altrimenti che diritto sarebbe? Un diritto condizionato non è un diritto; è una negazione in termini e un non senso logico. «La pandemia, inoltre, sta ulteriormente peggiorando le criticità che viviamo tutti i giorni. – ha chiuso l’assessore Sciullo, lanciano ancora una volta un appello alla politica regionale distratta e all’azienda sanitaria – Siamo in un’area interna e abbiamo bisogno di maggiori servizi che garantiscano sicurezza».
Francesco Bottone