Bentornata trota mediterranea. L’obiettivo del Life NatSalMo, progetto europeo iniziato circa due anni fa, era recuperare e conservare la trota mediterranea (Salmo cettii) a rischio di estinzione in Italia attraverso tecniche innovative di selezione e riproduzione della specie, il recupero degli habitat e la tutela della natura in due bacini idrografici molisani: il Biferno e il Volturno. Un obiettivo non facile viste le condizioni degli habitat e la massiccia presenza di trote alloctone o ibride. «Ma grazie all’impegno di tutto il partenariato e al lavoro che non si è mai fermato nemmeno durante la pandemia, oggi abbiamo raggiunto risultati di grande valore tecnico scientifico per il Molise e potenzialmente per tante specie a rischio in Europa. Grazie al progetto europeo Life NatSalMo è nata infatti la prima criobanca europea per il recupero genetico della trota mediterranea, con un innovativo protocollo per il congelamento del seme pubblicato su tre riviste scientifiche internazionali».
Questa la dichiarazione entusiasta della Prof.ssa Iaffaldano dell’Università del Molise che racconta gli importanti passi avanti compiuti dal progetto di cui l’UNIMOL è capofila. Successo ottenuto soprattutto grazie al know how messo in campo dall’Università molisana e dall’associazione Mediterranean Trout Research Group (MTRG).
Parafrasando impropriamente il famoso romanzo di Le Carrè, possiamo dare finalmente il benvenuto alla “trota venuta dal freddo”. In questi due anni, infatti, è stato realizzato un grande lavoro preparatorio che è consistito nello studio dei due corsi d’acqua per identificare i luoghi idonei alla riproduzione delle trote dove posizionare le stazioni di cattura, una sorta di gabbie che hanno permesso di catturare appunto gli esemplari per selezionarli geneticamente e marcarli. Ai maschi, geneticamente tipizzati, è stato prelevato il seme, valutato sotto ogni punto di vista scientifico, per essere poi sottoposto ad un innovativo processo di crioconservazione messo a punto proprio da questo team.
Le uova fecondate negli incubatoi a Rocchetta Volturno e Oratino, sono state successivamente spostate (una volta embrionate) nei nidi artificiali creati con pietre e ciottoli nei fiumi, nei siti più idonei alla vita delle trote.
«Tutto ciò – spiega il Dott. Stefano Esposito del Mediterranean Trout Research Group – per diminuire tutti i fattori di rischio fino alla schiusa, così da garantire un alto numero di nuovi nati con un patrimonio genetico idoneo, più forti e adatti alla vita in questo habitat».
Altro motivo di soddisfazione, infatti, è anche l’alto numero di trotelle giovani recentemente ritrovate nei due corsi d’acqua, dopo anni difficili a causa delle piene che avevano distrutto gran parte delle popolazioni ittiche, soprattutto nell’alta valle del Volturno nel corso del primo anno di progetto.
La trota nativa fino ad ora era vittima di numerose minacce tra cui l’impoverimento genetico dovuto all’introduzione, a fini sportivi, di ceppi di trote domestiche originarie del Nord Europa in grado di ibridarsi progressivamente e permanentemente con le popolazioni native; la perdita dell’habitat di riproduzione della specie a causa della presenza di barriere, interventi e manufatti di natura umana che ostacolano la risalita del fiume da parte dei riproduttori alterando il loro ciclo vitale; la presenza di rifiuti lungo il letto dei fiumi: un grave problema che causa l’alterazione delle zone riproduttive, senza dimenticare le conseguenze della scarsa regolamentazione della pesca, che non tutela la specie nemmeno nel giusto periodo riproduttivo.
«Ma oggi possiamo guardare con fiducia al futuro – ha concluso la Prof.ssa Iaffaldano -. La Criobanca, con il nuovo protocollo scientifico per il congelamento del seme, è un patrimonio per la nostra regione e un expertise esportabile ovunque ci siano specie minacciate, a partire dal Salmone del Danubio (Hucho hucho) nel Parco Nazionale dei Monti di Maramures in Romania, grazie al partenariato con le Università rumene coinvolte dal progetto. Qui in Molise, inoltre, il recupero genetico della trota mediterranea, con l’aumento degli esemplari di questa specie nei corsi d’acqua coinvolti, favorirà il naturale ripristino dell’habitat, prossimo obiettivo del nostro progetto che coinvolgerà anche i pescatori e la comunità locale».
In primavera, infatti, i partner del Life NatSalMo inizieranno le operazioni per ricostruire l’habitat della trota mediterranea tramite il recupero dei siti di riproduzione, aumentando la connettività tra i bacini e promuovendo la connessione ecologica tra i SIC all’interno dell’area di interesse; si rimuoveranno i rifiuti e si attiveranno studi per identificare le cause di inquinamento. Processo che coinvolgerà anche la comunità e i pescatori locali con la firma dei contratti di fiume.