«Ora, un saccente è una persona che si dà delle arie di saggezza superiore; uno sciocco pomposo che è andato a farsi una passeggiata cerimoniale e che, senza saperlo, ha perso una parte importante del suo abbigliamento, vale a dire, il suo senso dell’umorismo. Un saccente è un individuo noioso che, dopo aver fatto una scoperta, è così impressionato dalla sua scoperta che non capisce perché il resto del mondo non è altrettanto impressionato».
Sono le parole di Enoch Arnold Bennet, scrittore, drammaturgo e giornalista, che calzano a pennello in queste ore, mentre la nostra redazione, o meglio la nostra pagina Facebook, è tempestata di strampalati consigli non richiesti, insulti, pistolotti e lezioncine a tanto al chilo su come dovremmo o non dovremmo fare il nostro mestiere di giornalisti.
Perché se in Italia un tempo c’erano «otto milioni di baionette» e oggi pare ci siano, a fasi alterne, sessanta milioni di commissari tecnici della nazionale o di virologi, in Alto Molise e ad Agnone in particolare c’è il fondato sospetto che si annidi un manipolo di fini giornalisti, anzi di docenti di giornalismo e sedicenti esperti di comunicazione.
Questi, comodamente adagiati sul divano, in pantofole e con la pensione che arriva regolarmente ad intasare il già pingue conto in banca, dopo una vita lavorativa spesa in tutt’altro settore, per sconfiggere la noia si arrogano il diritto di dispensare appunto le lezioncine di deontologia e di professionalità a chi invece giornalista lo è davvero. Come se noi giornalisti ci permettessimo di regalare consigli ad altri professionisti di ben altri settori. Cadremmo nel ridicolo. Cosa ne sa un giornalista, ad esempio, di come si fa il dentista, il docente, l’avvocato, il saldatore, il sacerdote o, per dire, l’impiegato o il metalmeccanico, piuttosto che il gelataio o il ristoratore?
Nulla, il giornalista è incompetente in quelle materie e infatti non va in giro a dispensare irritanti lezioncine ai veri professionisti dei rispettivi settori. Questa elementare e cristallina regoletta di buonsenso, dettata dalla competenza prima ancora che dall’educazione, sembra però non valere al contrario. Perché infatti medici, dentisti, preti, operai, pensionati, suore e sagrestani pretendono di insegnare a noi dell’Eco come si fa e come si è giornalisti.
Noi un esame di Stato davanti ad una commissione di giornalisti presieduta da un alto magistrato lo abbiamo fatto e superato e siamo regolarmente iscritti all’albo dei giornalisti. Criticateci pure, insultateci, confutate le nostre idee, mandateci a quel paese e querelateci perfino, ma non pretendete di insegnarci il mestiere. Quello no, non vi è concesso. Perché noi siamo giornalisti professionisti… voi no.
Francesco Bottone
tel. 3282757011