Era il febbraio dello scorso anno, quando il teatro Italo Argentino, tempio della cultura della cittadina altomolisana, a causa della pandemia chiudeva i battenti. “Si era nel vivo della stagione teatrale – ricorda Enzo Di Pasquo, presidente dell’Associazione Amici dell’Italo Argentino che da 13 anni gestisce la struttura – quando fummo costretti a sospendere la programmazione e con essa gli eventi cinematografici compresi convegni, seminari e le attività che annualmente mettiamo in campo per le scuole”.
Indubbiamente una pagina buia che ha rischiato di spazzare via una realtà importante la quale nel corso degli anni ha assicurato ai cittadini dell’hinterland un diversivo da sempre invidiato da centri più grandi. “In questa struttura, incastonata nel cuore del centro storico di Agnone, sono transitati attori ed artisti di fama nazionale e internazionale – riprende Di Pasquo – abbiamo ospitato dibattiti politici, meeting scientifici, incontri ludici, saggi, senza dimenticare la proiezione di pellicole in prima visione. Insomma, viviamo per e con la gente e non poterla accogliere è stato un colpo al cuore oltre che ad un danno economico”.
I seimila euro di ristori ricevuti per il 2020 sono serviti al pagamento delle utenze e per la manutenzione della macchina digitale che proietta i film, ma oggi la parola d’ordine è ripartire. “Siamo prontissimi e speriamo che le parole del ministro Franceschini sulla riapertura imminente di cinema e teatri vengano tradotte in fatti concreti. Dal canto nostro abbiamo provveduto a mettere in atto le misure di sicurezza stabilite sul distanziamento tra le poltroncine, la fornitura di mascherine e materiale di sanificazione” sottolinea ancora Di Pasquo, che al tempo stesso sente di ringraziare i suoi più stretti collaboratori, in particolare, Antonio Camperchioli e Gennaro Bonanese.
Al tempo stesso rivolve un appello al Comune, fondazione Molise Cultura e all’associazione Cts. “Ci sono stati sempre affianco, ma adesso abbiamo bisogno di sentirli più vicini in modo tale da riavviare il motore di una macchina funzionante che ha bisogno di benzina per ripartire. Noi, grazie all’immenso lavoro dei nostri volontari, ce la metteremo tutta ma capite bene che un altro anno così significherebbe dover abbandonare il definitivamente progetto”. In definitiva si incrociano le dita in attesa di poter tornare a spalancare le porte dello storico ‘Italo Argentino’ realizzato ad inizio ‘900 grazie alle rimesse degli emigranti del Sudamerica.