I nuovi poveri hanno il volto di chi a causa della pandemia ha perso il posto di lavoro, dei nuclei monoreddito, dei cassintegrati, dei migranti che non riescono ad arrivare a fine mese.
“Nel 2020 le richieste di aiuto sono lievitate del 40% – afferma il direttore della Caritas diocesana don Alberto Conti – Si tratta di una percentuale impressionante e fino a pochi anni fa impensabile visto che nei nostri piccoli centri davamo sostegno a poche famiglie”. Dal centro di ascolto di Agnone, dove si reca due volte a settimana, il sacerdote di origini capracottesi snocciola numeri impietosi.
“Ad oggi seguiamo 217 nuclei familiari per un totale di 700 persone che hanno problemi di vario genere tra cui il pagamento di bollette. Nell’ultimo anno abbiamo distribuito qualcosa 10.000 chilogrammi di alimenti e 1600 chilogrammi di pane”.
Proprio in merito all’iniziativa del ‘pane donato’ don Alberto Conti sente di ringraziare i vari panifici presenti sul territorio della diocesi che hanno aderito al progetto. “Una grossa risposta arriva quotidianamente dalla gente di Agnone che ha recepito la problematica e con continue donazioni ci aiuta ad arginarla”. “Un’altra povertà che avanza – rimarca don Alberto – è quella educativa – scolastica e di tanti giovani universitari che prima della pandemia, con piccoli lavori, come ad esempio il cameriere, riuscivano a pagare gli affitti e le tasse universitarie”.
Una fotografia allarmante quella scattata dal responsabile della Caritas di Trivento che impone un’attenta riflessione e la consapevolezza di non lasciare indietro nessuno.