“La violenza non è mai la soluzione. A nulla. In teoria non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, ma invece bisogna ripeterlo. La mia solidarietà a Toma e al suo collaboratore, con i quali in questi anni ci siamo spesso confrontati aspramente, si basa sulla mia esperienza personale che è la stessa di tanti rappresentanti delle istituzioni e tanti amministratori locali, ad ogni latitudine. Mi è capitato di essere insultato, mi è capitato di essere accusato di carenze e responsabilità che non ho mai avuto e che non potrei neanche avere visto il ruolo che ho in Consiglio regionale. Ogni volta che mi è capitato ho provato a placare gli animi, perché ciò che avevo davanti era la rabbia dettata dalla paura, dalla preoccupazione”.
E’ il pensiero di Andrea Greco, capogruppo del M5S in Consiglio regionale che commenta così la presunta aggressione (la vicenda non è chiara) subita a Campobasso dal presidente della Regione Molise, Donato Toma e dal suo consulente economico, Maurizio Tiberio.
“Quando si è arrabbiati – prosegue Greco nel post su facebook – quando la paura sfocia in frustrazione, non esistono distinzioni tra maggioranza ed opposizione, non c’è Giunta e Consiglio, non c’è Governo nazionale e regionale.
Non so se sia giusto, però posso capirlo, bisogna capirlo. Ma proprio per questo, invece, non riesco a capire quanti anche tra i rappresentanti delle istituzioni in queste ore imputano quanto accaduto oggi alle opposizioni in Consiglio regionale. Sono dichiarazioni che sanno di strumentalizzazione e questo non posso accettarlo”.
Infine, conclude Greco: “Oggi, tutti abbiamo il dovere di condannare quanto accaduto, ma quanto accaduto deve farci riflettere sul periodo che stiamo attraversando. Dire che ‘l’opposizione’ è causa di violenza fisica e verbale vuol dire banalizzare l’episodio; vuol dire svilire l’angoscia della gente; significa dimenticare risposte mai date, soluzioni non trovate, promesse mancate. E lo ripeto: davanti a tutto ciò non ci sono maggioranza e opposizione, non ci sono colori politici, quindi ci metto anche la mia dose di responsabilità. Ad ogni modo: io come voi non conosco i particolari di quanto accaduto, non ne conosco le motivazioni, seppure ve ne fossero, ma non importa, perché la soluzione non è mai la violenza. Semmai è la matita, ma questa è un’altra storia”.