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  • Atti sessuali con minori, bidello “porco” sbattuto in cella dai Carabinieri

    Eseguito dai Carabinieri della compagnia di Termoli un ordine di carcerazione a carico di un 59enne del luogo, per tentati atti sessuali con minore, violenza sessuale aggravata e violenza privata.

    I carabinieri della stazione Carabinieri di Termoli (CB) hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione a carico di un 59enne, responsabile dei reati di tentati atti sessuali con minore, violenza sessuale aggravata e violenza privata, commessi nella provincia di Campobasso tra il 14 gennaio ed il 27 ottobre 2015.
    All’epoca dei fatti le indagini erano state svolte dai militari della stazione Carabinieri di Petacciato (CB), sempre dipendenti dalla compagnia di Termoli (CB), ed avevano permesso di individuare l’uomo quale autore dei reati per cui si procede. L’attività investigativa aveva infatti consentito di appurare che all’epoca il 59enne aveva tenuto gravi condotte delittuose in danno di un 11enne all’interno di un istituto frequentato dalla vittima e dove l’uomo svolgeva mansioni di collaboratore scolastico.
    Proprio per i fatti in questione, ravvisandosi i reati di tentati atti sessuali con minore, violenza sessuale aggravata e violenza privata, il 59enne era stato dapprima arrestato e poi condannato con sentenza definitiva, da cui è scaturito il provvedimento eseguito dall’Arma.
    L’uomo, a seguito di notifica del provvedimento, è stato tradotto presso la casa circondariale di Foggia per ivi espiare, in regime detentivo carcerario, una pena residua pari ad anni 5 (cinque), mesi 9 (nove) e giorni 28 (ventotto) di reclusione.
    L’operato dei militari della Compagnia di Termoli dimostra, ancora una volta, la fondamentale importanza della presenza costante ed attenta dell’Arma sul territorio, della necessità di essere sempre tempestivi negli interventi ed il più possibile attenti nelle attività d’indagine.

    Certamente meritevole l’operato dei militari operanti che, nell’ambito delle più ampie direttive del Comando Provinciale di Campobasso, continuano a porre sempre la massima attenzione verso i reati di maggior allarme sociale ed in particolare di quelli in danno delle cosiddette “fasce deboli” che purtroppo, in diverse occasioni, non vengono denunciati per via delle condizioni di percepita impotenza, amplificata peraltro – nel caso di specie – dalla giovanissima età della vittima e dalla strumentalizzazione da parte dell’odierno arrestato del rapporto di fiducia instaurato col minore sulla base del proprio ruolo professionale.

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