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  • Batosta dal Tar Abruzzo: caccia vagante ferma a settembre, la stagione parte il 2 ottobre

    Una «sberla», così è stata definita dal Wwf Abruzzo la decisione del Tar Abruzzo in merito al calendario venatorio. I giudici amministrativi hanno accolto, sia pure parzialmente, le istanze delle associazioni animaliste e sospeso i provvedimenti adottati dalla Giunta regionale in merito alle previste preaperture.

    «Il calendario venatorio – scrive tra le altre cose il Tar nell’ordinanza – appare prima facie illegittimo anche per violazione dell’art. 21, comma 2, L. 157/92 nella parte in cui non vieta – a differenza dei Calendari per gli anni pregressi — la caccia alle foci dei fiumi per 500 metri dalla costa e per 100 metri a destra e sinistra dei fiumi» « Di qui la necessità di dover sospendere il Calendario impugnato nella parte in cui non consente l’esercizio della caccia al di sotto del detto limite di legge» aggiungono dal Tar. Stop dunque alla caccia in prossimità di corsi d’acqua e della costa.

    E ancora: «Contrariamente a quanto vorrebbero le resistenti, non era l’ISPRA a dover fornire elementi riferiti alla specifica realtà regionale abruzzese, ma al contrario avrebbe dovuto essere la Regione a motivare le ragioni di sovrappopolazione faunistica in grado di superare l’assunto per cui si poteva derogare al parere dell’ISPRA circa la necessità di “un’apertura generale della caccia programmata a tutte le specie ornitiche al 2 ottobre 2021”, al fine di “favorire un più completo sviluppo degli ultimi nati per diverse specie sottoposte a prelievo venatorio, di evitare il rischio di confusione con altre specie non cacciabili e di ridurre il disturbo generato dalla presenza di un numero elevato di cacciatori sul territorio in una fase ancora delicata del ciclo biologico per diverse specie non sottoposte a prelievo venatorio. Inoltre, in tale modo si favorirebbe un più efficace svolgimento della vigilanza sull’attività venatoria”».

    Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo (Sezione Prima), accoglie dunque in parte l’istanza cautelare e per l’effetto sospende i provvedimenti impugnati. Contestualmente fissa l’udienza pubblica discussione al 23 febbraio 2022. Stando così le cose, per il mese di settembre, proprio a causa delle contestate pre-aperture alla tortora e alla migratoria, sarà possibile prelevare cornacchia, gazza, merlo e ghiandaia nelle giornate 11 e 12 solo in appostamento fisso fatta esclusione per le aree Natura2000, e poi dal 19 al 30 settembre, sempre in appostamento, come da calendario venatorio. Tortore e quaglie sono ormai specie cacciabili per tutti, ma non per i cacciatori abruzzesi.

    Si è comunque in attesa di una nota esplicativa da parte della Regione Abruzzo che chiarirà la tempistica e le modalità di caccia possibili alla luce della ordinanza del Tar.

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