«Ci vengono propinate notizie risapute, ma non i risultati dei sondaggi alla base del viadotto, richiesti da Anas ad un tecnico della zona. Che trasparenza è questa?». Alza la voce Giorgio Iacapraro, già comandante della Polizia municipale di Agnone e ora in quiescenza, portavoce del comitato spontaneo di cittadini che subito dopo la chiusura del viadotto tra Alto Molise e Alto Vastese, ormai tre anni fa, raccolse oltre settecento firme depositate in Prefettura per chiedere la riapertura parziale a senso unico alternato. La richiesta di trasparenza è relativa ad una “criptica” comunicazione fatta, in occasione della ricorrenza della chiusura al traffico del ponte, da parte del sindaco di Agnone, Daniele Saia. Parole di circostanza, del tutto inutili perché nulla hanno aggiunto in termini di conoscenza dello stato di avanzamento del progetto per la messa in sicurezza della struttura.
Nelle scorse settimane Anas ha effettuato dei nuovi sondaggi, forse quelli svolti in precedenza dai tecnici incaricati e pagati dalla Provincia di Isernia non sono stati ritenuti utili. Dai sondaggi Anas, siamo nell’ambito delle indiscrezioni, non certo dei documenti ufficiali, sarebbe venuta fuori una situazione non così critica come si è fatto intendere in un primo momento dall’ente provinciale. Va ricordato che il comparto tecnico di quell’ente chiuse il ponte per un «imminente rischio crollo» mai verificatosi in tre anni. Tra l’altro, nei giorni scorsi, il ponte sul Sente è stato teatro di un via vai di mezzi di soccorso, tra Vigili del fuoco e Protezione civile, per via dell’incendio ai piedi dell’imponente struttura. In quell’occasione il ponte è stato attraversato e usato come parcheggio addirittura anche da decine di persone di Belmonte del Sannio e di Castiglione Messer Marino che hanno potuto osservare dall’alto i lanci del canadair e dell’Erickson sul fronte del fuoco. Una pattuglia del Radiomobile della compagnia Carabinieri di Agnone è stata costretta ad intervenire per far sgombrare il ponte che formalmente è ancora chiuso al traffico nonostante le transenne siano state rimosse da ambo i lati.
Un motivo in più, questo dell’utilizzo di una struttura dichiarata pericolante e invece utilizzata in una fase di emergenza, che dà forza alle proteste e alle richieste di riapertura del comitato guidato da Iacapraro. «Va aggiunto, – spiega lo stesso portavoce – che la Provincia di Isernia invece di servirsi ad esempio della Protezione civile, a costo zero, ha preferito un tecnico privato, spendendo soldi pubblici di noi contribuenti. La stessa Provincia che dà priorità alle rotonde e non anche ad una viabilità primaria che collega due regioni e garantirebbe il potenziamento dell’ospedale di Agnone, da sempre al servizio soprattutto dei cittadini dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese».
In estrema sintesi la richiesta del comitato, al netto delle polemiche, è chiara: Anas fornisca i dati emersi in seguito ai monitoraggi geologici e ai controlli tecnici e, sulla scorta di questi, si pensi concretamente ad una riapertura parziale del viadotto che, tra l’altro, è già nei fatti, visto che ci si transita tranquillamente.